Luigi Naldini, premio alla carriera per le innovazioni nel campo delle terapie avanzate

Luigi Naldini, premio alla carriera per le innovazioni nel campo delle terapie avanzate
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Lunedì 22 Gennaio 2024, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 14:28

Se finora nel mondo oltre 400 persone, con diagnosi infausta e poche speranze di vita, sono in buone condizioni di salute lo si deve alle scoperte dello scienziato italiano Luigi Naldini, pioniere nel campo della terapia genica e “padre” dei vettori lentivirali, strumenti oggi utilizzati in clinica e derivati da uno dei virus umani più temuti, l’Hiv. Dopo una vita trascorsa per la ricerca, a partire dalla metà degli anni novanta, e numerosi riconoscimenti prima negli Stati Uniti e poi in Italia, per Naldini - dal 2008 direttore dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (Sr-Tiget) di Milano e professore ordinario di Istologia e di Terapia Genica e Cellulare dell’Università Vita-Salute San Raffaele – arriva ora il premio alla carriera Phacilitate Lifetime Achievement Award 2024 per le innovazioni nel campo delle terapie avanzate. «Senza la sua dedizione e perseveranza - ha detto Sven Kili, presidente della giuria durante la cerimonia, il 18 gennaio a Miami in Florida - la terapia genica non sarebbe al punto in cui si trova oggi, in grado di cambiare la vita dei pazienti grazie a farmaci oggi approvati per malattie genetiche come l’Ada-Scid e la leucodistrofia metacromatica, senza contare le numerose altre ancora in fase di sviluppo clinico». Soltanto all’Ospedale San Raffaele, utilizzando cellule staminali del sangue corrette tramite vettori lentivirali, sono stati trattati quasi un centinaio di pazienti con gravi malattie genetiche quali la leucodistrofia metacromatica, la sindrome di Wiskott-Aldrich, la beta talassemia e la mucopolisaccaridosi di tipo 1. Intanto, l’impegno del direttore del Sr-Tiget va avanti: «Continuerò a lavorare con rinnovata energia ed entusiasmo – ha commentato Naldini - nella ricerca di soluzioni basate sulla terapia genica e cellulare, per i tanti pazienti che hanno bisogno di terapie innovative per affrontare malattie finora considerate fatali».

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