Infarto recidivo, il rischio più alto è per le donne

Uno studio della Yale School of Medicine di New Haven dimostra la differenza delle prognosi a seconda del genere: tasso di ricaduta minore per gli uomini

Infarto recidivo, il rischio più alto è per le donne
di Antonio G. Rebuzzi*
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 13:54 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 12:37

Spesso, anche in articoli pubblicati in questo giornale, sono stati presentati studi sulla differenza di genere. In particolare poi per quanto riguarda il sistema cardiovascolare, differenze tra uomini e donne sono state evidenziate in numerosi contesti. 


Nei fattori di rischio cardiovascolare, e tra questi l’ipertensione, così come nella sintomatologia e nella terapia del dolore toracico o anche dell’infarto miocardico vi sono, infatti, numerose differenze tra i sessi diversi, dovute a differenti quadri ormonali o psicologici o di stili di vita.


In un recentissimo numero della rivista Journal of American College of Cardiology, Mitsuaki Sawano ed i suoi collaboratori della divisione di Medicina Cardiovascolare della Yale School of Medicine di New Haven (Connecticut-Usa) hanno pubblicato un interessante articolo sulla differenza di prognosi tra giovani uomini e donne nel primo anno post infarto miocardico acuto. Utilizzando i dati del Virgo Study (che ha studiato il ruolo della differenza di sesso in pazienti con malattie coronariche acute), sono stati presi in considerazione circa 3000 pazienti di età compresa tra i 18 ed i 55 anni ricoverati per infarto miocardico acuto in 103 ospedali americani ed europei, e seguiti dopo la dimissione per un periodo medio di un anno.


IN OSPEDALE
Di questi soggetti si è quindi valutata la prognosi sia per quanto riguarda la patologia cardiovascolare, sia per ciò che concerne la mortalità totale.
Dei circa 3000 pazienti studiati, il 30,4% ha avuto un nuovo ricovero ospedaliero nell’anno successivo all’infarto. Le donne erano in percentuale decisamente maggiore rispetto agli uomini (rispettivamente il 34,8% contro il 20%). La causa più frequente del nuovo ricovero era una recidiva di coronaropatia, ed anche in questo le donne erano la maggioranza ( il 46% in più).
I re-ricoveri per cause non vascolari erano nelle donne il doppio di quelli degli uomini. Non sorprendentemente la maggior parte dei re-ricoveri era concentrata nel primo mese post-infarto. Dopo il terzo mese il numero si stabilizzava. Anche correggendo l’analisi statistica per una serie di fattori confondenti, i dati dimostrano che le giovani donne, nel primo anno post infarto, hanno un rischio di re-ricovero per patologia sia vascolare che non vascolare decisamente più alta rispetto ai loro coetanei uomini.


Quali le cause? Numerosi studi hanno dimostrato che le donne, al momento dell’infarto, sono trattate mediamente peggio degli uomini.

Vengono ricoverate meno in terapia intensiva, ricevono coronarografia ed eventuale angioplastica meno frequentemente, così come meno frequente per loro è una corretta terapia medica con utilizzo di ace inibitori o beta bloccanti. 


IL RITARDO
A ciò si aggiunge che, in caso di infarto acuto, le donne arrivano mediamente in ospedale con un ritardo molto maggiore rispetto agli uomini. E questo si traduce in infarti più vasti con una prognosi peggiore rispetto a quella degli uomini.

* Professore di Cardiologia
Università Cattolica, Roma

 

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