Da Oriente a Occidente. I contagi stanno aumentando in tutta Europa, Italia compresa, dove i ricoveri salgono nella maggior parte delle regioni, anche se sono per fortuna lontano dal livello di guardia. Il percorso è stato più o meno quello di un uragano. È partito da Est, in particolare dalla Russia: qui la popolazione in maggioranza non è vaccinata e si contano ogni giorno più di 1.100 decessi per Covid, un numero alto anche per un Paese così vasto. Ha travolto l’Ucraina: c’è il picco più alto di sempre di infezioni ma anche di decessi (oltre 700), in un territorio facilmente attaccabile, visto che la percentuale dei vaccinati, con almeno una dose, è poco sopra al 20 per cento. Ha raggiunto i Paesi baltici: sono stati i primi a rispondere con limitazioni e chiusure (negli ultimi giorni decise anche dalla Russia). Sta mettendo in ginocchio Bulgaria e Romania. A Bucarest, in particolare, la situazione è fuori controllo: su base nazionale ha superato quota 600 decessi al giorno per Covid (con meno di un terzo della popolazione dell’Italia) e ogni giorno la stampa locale parla di un grande scandalo di certificati vaccinali falsi, venduti persino a poliziotti e atleti sportivi famosi, perché anche in Romania la spinta no-vax sembra inarrestabile nonostante il record mondiale di morti nell’ultima settimana.
Covid, l'epidemia in Europa: la mappa
Il Covid sta attaccando a Oriente.
Numeri
Bisogna capire è se l’incremento dei casi in Italia sia frutto soltanto dell’obbligo di Green pass nei posti di lavoro, che dal 15 settembre ha aumentato enormemente il numero dei tamponi, o se invece l’epidemia stia nella sostanza diventando più grave. Per contestualizzare la situazione è sempre utile ricordare cosa succedeva il 28 ottobre del 2020: l’Italia contava 24.991 nuovi positivi su 198mila tamponi e 16.500 ricoverati per Covid; ieri, 28 ottobre 2021, i positivi sono stati 4.866 su 570mila tamponi e i ricoverati sono 2.956. Le prime pagine dei giornali il 28 ottobre 2020 annunciavano nuove chiusure, oggi invece i dati pongono ancora lontana la possibilità che qualche regione passi in fascia gialla (provvedimento che comunque prevede limitazioni non paragonabili a quelle di un anno fa). Premesso tutto questo, va detto che il vento dell’Est c’è anche in Italia: «Trieste - osserva il matematico Giovanni Sebastiani del Cnr - ha una incidenza di 227 casi ogni 100mila abitanti, quattro volte quella del resto del Paese. E tutte le province del Friuli-Venezia Giulia sono in crescita. Non penso che il caso Trieste si possa spiegare con le manifestazioni no-vax, ma con i contatti costanti con l’Est Europa. C’è un altro dato interessante: il livello più alto di occupazione dei posti letto in ospedale per Covid sono in Provincia di Bolzano, Sicilia e Valle d’Aosta, aree con percentuali basse di vaccinazione». Sul fronte delle terapie intensive sono in sofferenza Marche e Umbria, che hanno visto un sensibile incremento, mentre in Abruzzo stanno aumentando i ricoveri sia in terapia intensiva sia in area medica. L’Rt dell’Italia, stando ai dati che saranno diffusi oggi, si avvia a superare il limite critico di 1 (nel Lazio è a 1,01). «Bisogna accelerare con le terze dosi, è importante aumentare la protezione e speriamo anche che si convincano coloro che ancora non si sono vaccinati. Dobbiamo superare questo inverno, in primavera la situazione sarà decisamente migliore», sostiene il professor Ciccozzi.