Allergie, i sintomi di febbraio: dall'affanno alla tosse. L'esperto: «Fenomeno in crescita»

Allergie, i sintomi di febbraio: dall'affanno alla tosse. L'esperto: «Fenomeno in crescita»
di Maria Rita Montebelli
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 00:46

Via i cappotti e gite al mare. Come fosse primavera inoltrata. Il cambiamento climatico ha fatto alzare talmente tanto la temperatura da modificare anche la fioritura delle piante. Ora, se a questo fenomeno, aggiungiamo l’inquinamento dovuto a gas di scarico e mancanza di pioggia non ci si stupisce se allergici e asmatici stagionali cominciano a star male. 
Polveri sottili e temperature troppo miti per il periodo sono due aspetti della stessa medaglia: entrambi impattano sulla nostra salute. Le giornate di sole possono peggiorare l’inquinamento dell’aria perché aumentano i livelli di ozono ai quali sono particolarmente suscettibili le persone che soffrono d’asma. 

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IL TERMOMETRO

Oggi, allergici e asmatici, possono sperare in un’inversione di rotta del clima. Una tregua. Questi dovrebbero essere gli ultimi giorni di caldo eccezionale con valori di 10-1 gradi superiori alle medie del periodo e tanto smog. Da domani il termometro si potrebbe riabbassare, la pioggia tornare in pianura e la neve in quota.
Quello di allergie e asma a metà febbraio è certamente un problema non trascurabile. Gli italiani affetti da allergie sono 12 milioni. Persone che da adesso fino a ottobre inoltrato si trovano costrette a fronteggiare i disturbi più vari: allergopatie respiratorie (rinite allergica, affanno, tosse, broncospasmo, asma bronchiale), congiuntivite, dermatite atopica, orticaria, manifestazioni a carico dell’apparato gastrointestinale, shock anafilattico.

Una condizione che, in futuro, tenderà a diventare sempre più complessa. La stagione inizierà prima e terminerà più tardi, con un aumento della concentrazione di polline nell’atmosfera, a livello sia giornaliero sia annuale. Con la conseguente necessità, per i sistemi sanitari, di farsi carico della situazione.
Per questo, già lo scorso autunno, la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica aveva chiesto che il problema sanitario delle allergie, troppo sottovalutato, diventasse una priorità nell’agenda politica. 

Gli allergologi avevano fatto notare come almeno 6 milioni di italiani allergici potrebbero trarre notevole giovamento da un vaccino ad hoc, cioè dalla cosiddetta terapia desensibilizzante (o immunoterapia allergene specifica), consistente nel somministrare dosi progressivamente crescenti dell’allergene nei confronti del quale il paziente è sensibilizzato. Eppure solo il 2% di loro accede alla somministrazione di questo potenziale salvavita, anche per problemi di mancata rimborsabilità soprattutto nelle Regioni del Centro-Sud (la spesa a carico del paziente è di 500-600 euro l’anno). Ma anche se i numeri della schiera degli allergici d’Italia sono notevoli, siamo solo all’inizio.

LA FAMIGLIA

Cambiamenti climatici e inquinamento dell’aria porteranno quasi metà della popolazione a soffrire di qualche forma di allergia entro il 2050, secondo le stime degli esperti. «Il fenomeno allergie – spiega il dottor Mauro Minelli, specialista in Allergologia e Immunologia e responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata – appare in crescita.

Costante soprattutto tra i più giovani e le donne. Un bambino con genitori non allergici ha il 12% di possibilità di manifestare disturbi di questo tipo; se ad essere allergico è un solo genitore, la probabilità che quel bambino lo diventi a sua volta è del 20%. Ma se entrambi i genitori sono allergici, la possibilità di sviluppare un’allergia sale almeno al 50% per quel bambino, per arrivare addirittura all’80% se entrambi i genitori sono allergici e sintomatici».

Ma se l’ereditarietà non si può contrastare e il momento per vaccinarsi contro qualche polline primaverile va ormai rimandato a dopo l’estate, è possibile difendersi dalle allergie respiratorie, riducendo l’esposizione a pollini e aria inquinata. Che, tradotto in pratica, per i casi più gravi significa controllare le centraline di rilevamento degli inquinanti e, se mostrano valori sopra la soglia, evitare di fare attività fisica all’aperto. Entro certi limiti sembra che l’uso delle mascherine possa essere di aiuto.

PRESCRIZIONI

Accendere l’aria condizionata per purificare l’aria di casa va bene, a patto che i filtri del condizionatore siano tenuti sempre puliti. Molto importante è combattere la formazione di muffe, ricorrendo a deumidificatori o condizionatori. La crescita delle muffe, negli ambienti umidi, magari dopo giornate di pioggia, può irritare le vie respiratorie e scatenare sia crisi d’asma che allergie. All’inizio della stagione dei pollini, chi soffre di allergie respiratorie dovrebbe comunque programmare un consulto con l’allergologo per la prescrizione di eventuali medicinali. Se si soffre d’asma, è bene inoltre avere sempre a portata di mano l’inalatore con i farmaci anti-asmatici.

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