Governati dall'esperienza decennale di “er Gnappa”, al secolo Manlio Vitale, 67 anni, vecchia gloria della banda che poi abbiamo letto e visto nel “Romanzo criminale”, la nuova filiera di delinquenti si è specializzata nell'assalto casalingo a persone deboli, fragili, indifese per definizione. Nonne novantenni, genitori con figli piccoli, invalidi che vivono soli, un ampio ventaglio di vittime individuate attraverso una filiera di “soffiate” rifinite nei dettagli più minuti. Il direttore dell'orchestra, Vitale, assumeva informazioni da un gioielliere di Prati, manette anche a lui, attento osservatore degli abitanti abbienti della zona; spunti passati ai complici, gli esecutori delle intrusioni a mano armata, nutrite di feroci brutalità.
Ex boss, in servizio permanente effettivo e in combutta con giovani aspiranti boss uniti nel sodalizio delle rapine: aggressioni speciali, ecco il lato più odioso e imperdonabile, mirate su persone indifese come quella novantenne, fragile come una carta velina, della quale dicevano che “C'ha na voglia di vita”. Tradotto si potrebbe suggerire: sì, una vita in galera.
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