La redazione non accetta il passaggio a un'azienda pubblica (cioè governativa) ed entra in sciopero.
Il comitato di redazione fa pubblicare un'intera pagina di protesta. La trattativa per la cessione comunque va in porto. Dopo un mese e mezzo di braccio di ferro viene trovata una soluzione di compromesso: la Montedison accetta alla direzione un uomo proveniente dalla sinistra come Italo Pietra. Pietra, già direttore del Giorno arriva a Roma portando tre firme importanti dal quotidiano milanese: Sergio Turone, Luigi Fossati (insediatosi come vice-capo redattore e poi nominato condirettore) e Vittorio Emiliani.
In occasione del referendum sul divorzio (12-13 maggio 1974) il quotidiano si era schierato per il "No", confermando la propria linea politica vicina al centro-sinistra.