Legato alla banda della Magliana attraverso Danilo Abbruciati, divenne altresì uno dei principali investitori dei proventi della stessa. Nell'estate del 1981 compì l'errore che gli sarà fatale, e cioè quello di trattenere per sé una parte del denaro (150 milioni) destinato a Calò, proveniente dalla cosiddettaoperazione Siracusa e che avrebbe dovuto garantire alla mafia enormi proventi da una gigantesca speculazione edilizia, firmando così la sua condanna a morte.
La sera del 16 ottobre 1981, mentre stava rincasando in motorino, giunto davanti al grande cancello della sua lussuosa villa situata in via di villa Pepoli, all'Aventino, viene colpito a morte dai testaccini Abbruciati, De Pedis e Pernasetti, mandati da Pippo Calò a regolare definitivamente il conto con Mimmo er cravattaro.