La disperata caccia al selfie che rende invivibili le piazze

La disperata caccia al selfie che rende invivibili le piazze
di Mauro Evangelisti
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Sabato 18 Agosto 2018, 00:05
E se limitassimo gli accessi alle zone di pregio del Centro storico? Sembra inaccettabile, impraticabile, ridurrebbe la libertà di muoversi in una parte della città. È vero. Però oggi le principali piazze dove accorrono giornalmente decine di migliaia di turisti cosa sono diventate? Dei luoghi affollati e invivibili, dove si esprime il peggio del turismo di massa, dove bisogna spintonare per farsi largo, per ammirare una fontana o un monumento, ma anche semplicemente per spostarsi. È una corsa assatanata alla foto e al selfie (nulla di male ovviamente, ma è il numero delle persone impegnate nell’operazione a ridicolizzare l’unicità del luogo, la sua storia). A corredo ci sono le solite bancarelle, caldarrostai, gli abusivi che vendono palline di gomma, bottigliette d’acqua o foulard. Ecco deve essere per forza questo il Centro monumentale e archeologico di Roma? O si può pensare a un modo differente di viverlo, che coniughi l’esigenza di rendere fruibile ai romani e al mondo le piazze e la necessità di non svilire queste aree? Dal punto di vista pratico, ogni soluzione, a partire dal numero chiuso, ha numerose controindicazioni. Però è certo che i monumenti di Roma non furono pensati per divenire l’attuale circo deprimente.
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