Però che peccato. Tanti romani ci speravano, sarebbe stata un’attrazione turistica e soprattutto una micidiale arma per la derattizzazione del fiume: le fauci di un caimano sono perfette per limitare la proliferazione dei topi, in coerenza con la nuova politica comunale che ricorre alle pecore per tosare l’erba, le api per misurare lo smog e le rondini per sterminare le zanzare. Del resto a Parigi stanno sperimentando i corvi raccogli-cicche, quindi si può dire che il futuro è qui, nell’assunzione degli animali con contratti a tempo indeterminato per la soluzione di tutti i nostri mali.
E invece niente, purtroppo sui coccodrilli non potremo contare, perché a Roma non se ne trovano. Sempre che non ci si voglia affidare ai coccodrilli extracomunitari.
(Nella foto, il presunto coccodrillo fotografato questa estate nei canali di Maccarese da Cecilia Corlini)
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