Ci sono i turisti, ma dopo le 23 è coprifuoco

di Davide Desario
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Martedì 3 Febbraio 2015, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 00:19
Ma il ristorante del Macro può essere chiuso il sabato? Come farsi del male da soli #roma #tafazzi #macro

@clavolt



In tutte le più grandi città del mondo il centro è in perenne fermento: negozi, cinema, ristoranti, musei. A Roma, no.



Anzi, il centro storico della Capitale sembra diventato un “non luogo” dove dalla periferia si va a lavorare nei Palazzi del potere per poi tornare nei propri quartieri; dove i turisti girano ammaliati dall’architettura e dall’archeologia, e dove gli unici a fare affari d’oro sono gli abusivi con i loro banchetti improvvisati, la loro paccottiglia, il carico di ombrelli, borse e bastoni per i selfie.



Anche una grande multinazionale del caffè si è appiattita su questo andazzo: mentre lo showroom in piazza di Spagna, con cialde e macchinette per l’espresso, fa l’orario continuato (domenica compresa) l’altro, nella bellissima e frequentatissima piazza San Lorenzo in Lucina, chiude due ore a pranzo (proprio quando escono gli impiegati) e la domenica non alza nemmeno la saracinesca.

E la sera? È difficile cenare dopo il teatro o dopo il cinema: a parte i fast-food e qualche eccezione, la maggior parte dei locali non accoglie clienti dopo le 23. Come il ristorante-pizzeria, in piazza Augusto Imperatore, che venerdì scorso alle 23.15 già incatenava i tavoli e rifiutava una comitiva dietro l’altra.



Ma come è possibile? Perché nelle altre grandi città del mondo non succede? Perché nel centro di Roma negozi e ristoranti chiudono anche nelle giornate di festa e dei grandi eventi quando la città è stracolma di turisti-clienti?

davide.desario@ilmessaggero.it