Roma, insegnante morta nel Tevere, il papà e la sorella: «La sera avevamo litigato per i cani, poi è sparita»

Roma, insegnante morta nel Tevere, il papà e la sorella: «La sera avevamo litigato per i cani, poi è sparita»
di Alessia Marani
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Lunedì 20 Aprile 2020, 08:25

«La sera prima che Luciana sparisse avevamo discusso, una banale lite per i cani, una stupidaggine, niente che potesse presagire un dramma. Solo l'indomani quando mi sono risvegliata, mi sono resa conto che lei se ne era andata via in auto lasciando il cellulare a casa. Così mi sono subito preoccupata perché mia sorella era dolce e sensibile, ma anche fragile, la adoravo». Orietta, sorella più grande dell'insegnante di 27 anni scomparsa dal suo appartamento di Casal Bruciato nella notte tra il 3 e il 4 aprile e trovata morta ieri pomeriggio nel Tevere, non si dà pace. Fin da subito aveva fornito ai carabinieri di Montesacro tutte le indicazioni utili per rintracciare Luciana. A lei ieri pomeriggio è spettato il triste rito del riconoscimento. Non ce la faceva nemmeno a guidare fino in Centro per il dolore, l'hanno dovuta accompagnare sul posto.

Roma, insegnante trovata morta nel Tevere: Luciana era scomparsa dopo un litigio
 

 


La famiglia Martinelli è originaria di Frosinone, papà Luigi e mamma Joanna, abitano al quartiere Covone, entrambi pensionati, lui aveva girato il mondo lavorando per una società dell'energia, per questo sua figlia conosceva molto bene l'inglese e parlava tre lingue. Luciana si era trasferita a Roma, nell'appartamento di Casal Bruciato, un paio di anni fa. Ogni tanto la sorella andava a trovarla. Chi la conosce sa che Luciana aveva momenti di depressione e le medicine la facevano stare meglio. «Luciana era una di quelle rare persone, talmente belle che conosci una volta nella vita e ti rimangono dentro per sempre», confida una cara amica. I genitori dal giorno della sua scomparsa, si erano di fatto trasferiti a Roma nella sua casa e, dopo avere stampato centinaia e centinaia di volantini con la sua foto, l'avevano cercata dappertutto.
«CERCATA IN TUTTA ROMA»
«Statura 1,60, occhi verdi, capelli rossi, tatuaggio sulla spalla raffigurante un cagnolino che tende la zampa a una mano... ha con sè i documenti non ha il cellulare... si è allontanata a bordo della sua Volkswagen Up nera.. chi avesse informazioni contatti il 112». Anche ieri mattina Luigi e Joanna erano in giro per la Garbatella a chiedere a chiunque fosse in strada, nonostante la quarantena, se avessero visto la figlia aggirarsi nel quartiere da dove era giunta una segnalazione. Ieri sera, però, la drammatica notizia. «Siamo sconvolti - dice papà Luigi - abbiamo appreso da poco del ritrovamento di Luciana. Ancora non sappiamo bene, non abbiamo tanti elementi, dobbiamo ancora capire. Perché mia figlia è finita in acqua? È troppo presto per dirlo, ci affidiamo agli inquirenti, abbiamo fiducia in loro. Per noi è una tragedia». Dal 4 aprile le ricerche non si erano mai fermate sempre in stretto contatto con i carabinieri. Dopo gli appelli a Chi l'ha Visto? le segnalazioni si erano rincorse: dal Trionfale al Casilino, da Roma nord alla Garbatella. Tutte poi rivelatesi false. Anche la testimonianza di un operaio che avrebbe detto di essere stato fermato l'8 aprile in zona Fleming da una donna che le somigliava tantissimo e che era in cerca di cavi per fare ripartire l'auto in panne, al momento, non ha trovato ancora riscontri certi.
Luciana amava i bambini a cui insegnava l'inglese e adorava i cani, ne aveva tre. Anche in quarantena, non aveva smesso di seguire le lezioni su Skype con gli esperti del canile della Muratella per conseguire il brevetto di istruttrice di cani. La sua bacheca di Fb che fino a metà giornata, ieri, era inondata di messaggi di affetto e di speranza, si è presto riempita di cuoricini e lacrime. «Un dispiacere immenso», scrive Arianna. «I tuoi pelosetti avevano ancora bisogno di te», dice Adele.
A. Mar.
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