Il calendario Gregoriano sia tutelato dall’Unesco e diventi patrimonio dell'umanità. Il comune di Monte Porzio Catone, ai Castelli, pochi chilomteri da Roma, lancia una sfida culturale difficile ed ardita e chiedenei nelle setttimane di ripartenza dal Covid che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l’acronimo Unesco), riconosca come «Patrimonio culturale ed immateriale dell’umanità» il calendario Gregoriano, introdotto nel 1582. Papa Gregorio XIII, dopo aver esaminato gli studi di astronomi e matematici, promulgò la Bolla “Inter gravissimas” a Villa Mondragone, gioiello del barocco tuscolano ed ex residenza estiva di Pontefici. Una lapide, a ricordo, è in una delle stanze affrescate della residenza, sede di rappresentanza dell’Università di Tor Vergata.
Per correggere gli errori del calendario Giuliano, in vigore dal 46 avanti Cristo, a Villa Mondragone lavorarono per mesi astronomi e matematici dell’epoca. Fra tutti si distinse Luigi Lilio, di Cirò Marina in Calabria, a cui è intitolata una strada a Roma vicino all’Eur, che morì prima di poter presentare al Papa il “Compendium” del suo lavoro. Sulla tomba di Gregorio XIII c’è un bassorilievo che raffigura Antonio Lilio, fratello di Luigi, nell’atto di consegnare il lavoro al Papa. Il calendario gregoriano, basato sul ciclo solare delle stagioni, organizza i 365 giorni dell’anno in mesi di 30 e 31 giorni, introduce l’anno bisestile ed evita che la Pasqua cada in estate. Per riportare indietro le lancette del tempo e per correggere i difetti del calendario Giuliano, si cancellarono dieci giorni: gli abitanti del 1582 andarono a letto il 4 ottobre e si risvegliarono, la mattina dopo, al 15 ottobre.
«Le bellissime e appassionanti vicende della commissione e della riforma del calendario – afferma Massimo Pulcini, sindaco di Monte Porzio Catone - si sono svolte nella splendida villa della nostra città.