“Sei di Guidonia Se...”, il più numeroso gruppo Facebook a est di Roma citerà i grandi giornali che danno notizie sulla zona

“Sei di Guidonia Se...”, il più grande gruppo Facebook a est di Roma citerà i grandi giornali che danno notizie sulla zona
di Luca Lippera
4 Minuti di Lettura
Domenica 28 Marzo 2021, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 11:08

Il maggior gruppo Facebook a nord-est di Roma - “Sei di Guidonia Se...”, 21.235 iscritti, ben sei amministratori che dirigono il traffico dei post - spiega meravigliosamente bene cosa può accadere se nella giungla dei social network non c’è alcuna regola e se la regola che le sovraintende tutte - la concorrenza - passa del tutto in secondo piano. Per mesi e mesi, gli organi di informazione che pubblicano notizie sull’area ma vengono da fuori non sono riusciti a “entrare” nella pagina e attrarre lettori, segnalando la propria presenza, come fa ovunque l’informazione di qualità.

Da ieri qualcosa è cambiato. Sul gruppo non ci saranno più soltanto notizie dal “Tiburno” e da “Dentromagazione”, due validi e storici periodici locali, non più solo messaggi dal sindaco della terza città del Lazio Michel Barbet, non sono solo appelli a ritrovare un barboncino smarrito per strada o auguri di compleanno. Arriva anche il resto dell'informazione, se si vorrà, per offrire ai lettori i contenuti costruiti dai giornalisti.

Guidonia e la vicina Tivoli hanno almeno una quindicina di Gruppi Fb - una concentrazione ai limiti dell'anomalia - e la filosofia dei maggiori sembra chiara: far sì che i giornali da altre aree, Roma è la più vicina, non si avvicinino, non mettano radici e restino - per dirla chiaramente - un po’ alla larga.

Su “Sei di Guidonia Se” ieri, poco prima della “liberalizzazione”, è avvenuto qualcosa che non sembra il massimo della correttezza. Claudio Caruso, consigliere comunale dei Cinque Stelle a Guidonia, ha postato sulla pagina un articolo del Messaggero che parlava della battaglia di Guidonia per avere un centro vaccini - un “giallo” a livello regionale - senza dire chiaro e tondo che l’articolo proveniva da questo giornale.

Pochi giorni fa gli editori italiani hanno raggiunto un accordo con Google e Google pagherà per alcuni contenuti che prende dalla stampa. Due settimane fa i media australiani hanno fatto un’intesa analoga con Facebook. “Sei di Guidonia se” ovviamente non ha né la forza né le possibilità economiche per versare qualcosa a qualcuno.

Ma in qualche modo, pur senza essere un organo di informazione nel vero senso del termine, smista informazioni, orienta un pubblico e le quasi 22 mila persone (i membri iscritti) che seguono il gruppo non sono poche. Possono accontentarsi di quello che trovano erraticamente su Facebook ma sanno anche loro che l'informazione di qualità è altrove: in edicola sui giornali che hanno una storia, sui siti on-line che sono nati dai giornali e diventano sempre più accurati, non su pagine Fb di cui in poche ore si perde ogni traccia.

La principale piazza virtuale di Guidonia ha, ovviamente, come qelle più piccole, una sua uitilità. La gente spesso ci si ritrova e chiede ai membri informazioni sulla vita della zona. Domande come "Chi mi sa consigliare una bravo idraulico?" oppure "C'è un ginecologo in gamba?" sono frequenti. Ma il grosso delle notizie sulla pagina - inutile girarci attorno - provengono dalla stessa formazione politica, hanno uno sfondo politico, il sindaco è la persona più presente sul gruppo e spesso i titoli rimandano allo stesso settimanale locale. Il quale a sua volta dà voce spesso ai piccoli centri di “potere” della zona. Un congegno informativo che fa girare l'acqua dell'informazione come in un mulino che riceve vento solo da una parte. L'ultima bizzarria sembrano costituirla i sei amministratori del "profilo" Facebook, cioè coloro che decidono cosa esce e cosa no. L’unico che dice, sullla sua pagina personale, di vivere a Guidonia è Pierluigi Massucci. Degli altri non si sa dove siano e da dove operino. Uno, una donna, afferma di essere di Taranto in Puglia e dalle foto la si immagina lì. Ora però pubblicheranno post anche i giornali maggiori. Qualcosa è cambiato. Forse un anno e un mese di epidemia hanno giocato un ruolo nella decisione. Oppure, come diceva Humphrey Bogart in un film del 1952 sul giornalismo americano, "è la stampa, bellezza", e non ci si può fare niente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA