«Don Dino a processo», i pm: adescava minorenni a Termini promettendo regali

«Don Dino a processo», i pm: adescava minorenni a Termini promettendo regali
di Adelaide Pierucci
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Martedì 15 Settembre 2020, 00:47

Il sacerdote con le smanie pedofile non cercava solo alla stazione Termini minorenni da abbordare ma li attirava anche nella sua abitazione, nella casa parrocchiale di Aranova, a Fiumicino, mischiando, secondo la procura, «per troppi anni il sacro col profano». Per Don Dino, all’anagrafe Placido Greco, il prete finito in manette nel 2015 per prostituzione minorile e sospeso a divinis dopo una condanna a 13 anni di carcere, potrebbe aprirsi un secondo processo. La pm Gianfederica Dito ha richiesto il rinvio a giudizio per atti sessuali con minorenni. Spulciando le carte giudiziarie sui suoi blitz romani è emerso che nel 2014 il sacerdote, all’epoca ancora al servizio della diocesi, intratteneva minorenni anche tra le mura di casa fotografandoli nudi o durante le prestazioni sessuali, per poi salutarli con una paghetta in genere di una ventina di euro.


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Dopo l’arresto nel suo ripostiglio, ad Aranova, erano stati ritrovati 1686 file ritraenti minori. E due album fotografici a tema. Il primo verde contenente 117 foto di adolescenti nudi, ribattezzati uno ad uno coi nomi dei profeti e di personaggi della Bibbia, il secondo blu con 284 foto e sul retro l’indicazione della prestazione. Il parroco, assistito dall’avvocato Gianluca Nicolini, era stato incastrato anche da un manoscritto con un titolo lungo e programmatico: “Vi ho amato tutti e non vi scorderò mai. Venti anni di ricostruzione di un prete pedofilo”. La giustificazione fornita in aula dall’ex sacerdote aveva lasciato allibita la corte, nonostante la compostezza mostrata dai singoli giudici. «Mi piacciono i giovani, ma non sono un maniaco di minorenni - aveva dichiarato l’ex prete - Catalogo le foto di nudi di ragazzi perché sono un tipo molto ordinato e pure perché la carne è debole e provo piacere a rivederle».
 

«A tutti chiedevo l'età»


«Per quei provini mi pagavano pure, in genere dieci euro. Li facevo posare nudi e poi consegnavo loro gli scatti tenendo una copia. In molti volevano togliersi dalla strada per fare “marchette” a casa. Li aiutavo»; «a tutti, però, chiedevo l’età - aveva precisato a sua difesa - se ho avuto rapporti con qualche minorenne è solo perché mi avevano detto bugie». Uno, secondo l’accusa, un ex chierichetto, del periodo in cui officiava a Siena. Per le nuove accuse Placido Greco potrebbe essere processato nel tribunale di Civitavecchia, competente per territorio, considerato che i festini coi ragazzini si sarebbero consumati a Fiumicino. Con Robert, un sedicenne di nazionalità romena cresciuto in un campo rom di Aprilia, saldava gli incontri a base di sesso consumati ad Aranova con trenta euro, precisa l’accusa. Mentre con Anton, stessa nazionalità e stesso campo, prossimo ai 18 anni il prezzo si abbassava sui 20 euro. Per l’enorme mole di materiale pedopornografico sequestrato il sacerdote è già stato condannato.

Nella sua canonica era stata trovata anche una “bibbia” riscritta in chiave pedofila e un romanzo con lo stesso sfondo intitolato “Amori miei...”. Dagli accertamenti è emerso che in alcuni casi le vittime erano state fotografate in età diverse, dai 15 anni fino alla maggiore età, mentre compivano atti sessuali talvolta indossando solo un paramento sacro. Il parroco era finito nella lista dei clienti che abbordavano baby prostituti lungo i binari di Termini. Lì, nel 2015, era stato notato dagli agenti della Polfer. Gli investigatori pensavano che don Dino, all’epoca quasi settantenne, fosse solo uno dei tanti anziani alla ricerca di ragazzini da abbindolare. «Sono un sacerdote», invece, aveva ammesso. Che però, si è scoperto poi, non aiutava minori in difficoltà per trascinarli via dalla povertà. Ma anzi elargiva regali e mancette in cambio di incontri erotici e blasfemi. 
 

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