Roma, torna la favela sotto al ponte della Flaminia: «Pericolo per automobilisti e pedoni»

Roma, torna la favela sotto al ponte della Flaminia: «Pericolo per automobilisti e pedoni»
di Elena Panarella
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Martedì 1 Ottobre 2019, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 08:51

Ci sono le baraccopoli che aumentano, si spostano, si nascondono perfino sotto le grandi arterie come la Tangenziale o il Raccordo; ci sono le tendopoli che addirittura sorgono all'ombra di una delle strade più trafficate, la Colombo; ci sono decine di roulotte di nomadi o senzatetto che da tempo ormai hanno preso possesso di parcheggi adiacenti a stazioni ferroviarie e persino cimiteri. Ci sono poi accampamenti pericolosi per l'incolumità stessa di chi li abita. Casette di cartone e lamiera realizzate sotto i ponti accanto ad arterie a scorrimento veloce. Proprio come quello sulla Flaminia, poco distante da via di Grottarossa. Non è una novità: negli anni quegli spazi sono stati bonificati più volte e puntualmente rioccupati. Basta sfrecciare con l'auto lì accanto per vedere materassi, pezzi di cucina, armadietti. Fili elettrici che penzolano dai cespugli, poi scendono a precipizio per uscirne più aggrovigliati di prima. Basta seguire a occhio nudo il percorso per rendersi conto che c'è un piccolo paese tra quella vegetazione. Vite invisibili che poi tanto invisibili non sono. «Il problema è che te li vedi spuntare all'improvviso che attraversano la strada - dice un automobilista (pendolare) - è un pericolo per noi e per loro». Già, in questo caso è proprio l'attraversamento il problema, più dei roghi tossici che dei rifiuti «lo abbiamo più volte segnalato anche ai vigili: è pericoloso».
 

 



PERICOLO VIABILITÀ
Insomma che il tema dei campi nomadi nella Capitale (regolari o abusivi che siano) fosse una bomba a orologeria lo si sapeva da tempo, dopo anni di piani annunciati (e mai realmente portati a termine), bandi gonfiati dalla cricca di Mondo di Mezzo e tensione sempre più alta con gli abitanti dei quartieri invasi dagli insediamenti. Intanto, quello che continua ad essere evidente è che continuano a spuntarne sempre di nuovi. Ma al di là delle polemiche politiche, quello che conta e che preoccupa i romani è altro. È il fatto che l'assedio dei disperati (in mezzo ai quali si sono nascosti anche tanti delinquenti) si è ingrossato e oggi sembra che sia diventato impossibile arginarlo. Basta ad esempio fermarsi sulla Tangenziale, non lontano dalla Tiburtina, e fra gli alberi vedere altri accampati. O spostarsi sotto il ponte della Magliana, o vicino alla pista ciclabile, dove malgrado gli sgomberi recenti (e non) ancora ci sono le baracche. «Qui negli anni la situazione è andata solo peggiorando - spiegano alcuni residenti - Molte attività commerciali hanno chiuso perché da tempo si creano capannelli di nomadi che bivaccano proprio tra i supermercati e i negozi lungo la strada principale, poco distante dal viadotto».

LE SEGNALAZIONI
«Questo della Flaminia è solo l'ultimo caso: sotto il cavalcavia di via Flaminia sono presenti vegetazione incolta, rifiuti e insediamenti abusivi di senzatetto e rom - spiegano Francesco Figliomeni vice presidente dell'Assemblea (FdI) e Marco Rollero del club delle libertà per le politiche sociali e sicurezza (FI) - Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di cittadini che richiedono interventi urgenti. Ci vogliono interventi risolutivi». Per ora questa è Roma. Ora si è perso il controllo, o almeno la conta. La fotografia degli accampamenti abusivi risulta sempre più mossa: ci sono oltre duecento micro e medi insediamenti che appaiono e scompaiono dal centro alla periferia.
 

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