Maltempo a Roma, via Cristoforo Colombo diventa un fiume
Tra le prime ipotesi all'origine del crollo, con molta probabilità, il nubifragio che ieri si è abbattuto sulla Capitale: l'acqua e le conseguenti infiltrazioni avrebbero contribuito all'indebolimento della struttura che ha causato il distacco. Le Mura romane, sia l'acquedotto che le mura Aureliane, infatti all'interno sono costituite di semplice terriccio, pietrisco e frammenti di laterizio che impregnandosi di acqua rendono la struttura più fragile ed esposta a cedimenti.
Già nel 2001 le mura, volute a protezione dell'Urbe dall'imperatore Aurelio nel 271 dopo Cristo davanti all'arrivo delle ondate di barbari in Italia, subirono il crollo di circa venti metri nei pressi di Porta San Sebastiano.
Nel 2007 invece un cedimento interessò una porzione di mura romane a San Lorenzo: crollò completamente fino alle base un muro alto circa 10 metri e largo 15, per una profondità di quasi un metro. Nonostante i distacchi di materiale dovuti al maltempo le mura, che hanno subito numerose ristrutturazioni in epoche successive, sia nell'antichità, sia in epoca moderna, si presentano oggi in un buono stato di conservazione per la maggior parte del loro tracciato. Nell'antichità correvano per circa 19 chilometri, oggi sono lunghe 12,5 km. Costruite oltre 1.700 anni fa, con il loro percorso che cinge una superficie pari a più di 1.200 ettari, sono tra le cinte murarie antiche più lunghe e meglio conservate al mondo.
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