Proprio questo suo tormentone ha regalato sorrisi alla sala gremita di fan, che lo hanno seguito con entusiasmo intonando a loro volta i brani tra gli applausi generali. Sul palco l’energia di Faraco travolge il pubblico e con il nuovo spettacolo, “Cabarock”, l’artista, napoletano d’origine ma romano d’adozione, ripercorre tappa dopo tappa i momenti salienti di una vita trascorsa sui palchi di tutta Italia. Grande emozione poi con la parentesi dedicata al regista e attore Massimo Troisi, con il quale Faraco ha esordito al cinema, che ha dato lo spunto per raccontare le esperienze sul grande schermo fianco a fianco con celebri attori italiani, tra i quali Alberto Sordi.
Il poliedrico artista dispensa buonumore e risate regalando anche piacevoli sorprese, come la presenza degli amici e colleghi Massimo Di Cataldo e gli esplosivi Cugini di Campagna con i quali il gran finale è assicurato tra canzoni del passato e una divertente, improvvisata, dedica al Natale per augurare a tutti buone feste all’insegna dell’allegria. Per chiudere in bellezza ecco la presentazione di un fumetto, “Pecché - La Fabbrica dell’incubo (L’incubatrice)”, creato dalla fervida fantasia di Faraco, con la collaborazione dei disegnatori Marco Martellini e Andrea Rossetto. Una serie di tavole illustrate nelle quali si intrecciano voci e volti noti incontrati nel corso di una carriera costellata di successi, tra colpi di scena e viaggi interdimensionali che trasportano il lettore dalla terra al Paradiso.
Omaggio sincero all’autore di Dylan Dog, Tiziano Sclavi. «L’arte mi appassiona in tutte le sue forme fin da quando ero ragazzino - dice Faraco prima della chiusura del sipario - Ho cercato di coniugare l’amore per la musica con la comicità, senza tralasciare la recitazione, il disegno e la scultura. E non ho mai smesso di sognare. Tenacia, professionalità e determinazione sono gli ingredienti per arrivare a realizzare i propri obiettivi. E ora ho un nuovo desiderio da rincorrere - conclude l’artista - partecipare al Festival di Sanremo con un mio brano. Chissà non si possa avverare».
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