Che il clima tra l’esecutivo e Palazzo Senatorio sia cambiato, l’ha voluto sottolineare la stessa Raggi: «Finalmente abbiamo trovato un governo che ha deciso di ascoltare le istanze di Roma Capitale e come primo segno tangibile ha stanziato 10 milioni per il completamento del tunnel della metro C fino a piazza Venezia». Cioè i soldi sbloccati a dicembre dal Cipe per evitare che le talpe scavatrici, oggi ferme all’altezza di San Pietro in Carcere, venissero “tombate” e scavassero per altri soli 150 metri fino a piazza Venezia. «È fondamentale - ha aggiunto Raggi - perché Metro C è un’opera che vede la partecipazione congiunta di Roma capitale, Regione Lazio e Governo: si lavora in tre, non si può lavorare da soli». Dal canto suo De Micheli (che ha incontrato anche il gruppo capitolino del Pd) ha confermato l’impegno del governo per Roma: «Siamo interessati al miglioramento della qualità della vita nella sua Capitale, vetrina del Paese per il mondo. In questi giorni al Mit, in Conferenza di servizi, abbiamo anche stanziato 500 milioni di euro per le infrastrutture per la mobilità cittadine, come le future tramvie». Sulla cabina di regia ha aggiunto: «Metteremo tutte le istituzioni interessate intorno a un tavolo per trovare il modello di governance più adatto per completare le linee metropolitane della città, dovremmo darci anche dei tempi precisi».
Guardando allo stato dell’arte, ieri è stato confermato che da gennaio partiranno i carotaggi a piazza Venezia propedeutici per la costruzione della futura stazione. Il cui progetto definitivo sarà consegnato prima dell’estate del 2020 e che sarà inaugurata non prima del 2024. L’anno prossimo sarà aperto il “pozzo”, il nodo, di via Sannio che faciliterà il passaggio dei treni, mentre nel 2022 e nel 2023 taglio di nastro, rispettivamente, per le stazioni di Amba Aradam-Ipponio e Fori Imperiali. Con la prima che ospiterà anche i resti di una caserma romana.
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