Giubileo, fondi sbloccati: per le opere 1,5 miliardi

Giubileo, fondi sbloccati: per le opere 1,5 miliardi
di Francesco Pacifico
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Venerdì 29 Ottobre 2021, 00:05

Quasi un miliardo e mezzo di euro, precisamente 1.490 milioni, per organizzare il Giubileo del 2025 a Roma. I fondi sono stati inseriti nella manovra, licenziata ieri dal Consiglio dei ministri. E dietro questa decisione vanno registrate le pressioni e l’attivismo dei parlamentari romani e del neo sindaco, Roberto Gualtieri. Il quale, già in campagna elettorale, aveva chiesto al premier Mario Draghi di aumentare le risorse per una serie di opere non ancora finanziate, spingendo gli eletti del Pd alla Camera e al Senato a fare pressing e a studiare emendamenti.
Ma non ce n’è stato bisogno.

Ecco ieri un articolo ad hoc, il 124, dedicato all’Anno Santo, anche se nel Partito democratico romano c’è chi spera attraverso ulteriori emendamenti di poter aumentare questa cifra o di ottenere ulteriori risorse per la Capitale su altri versanti.

Tornando al Giubileo, con la legge di bilancio il governo mette in campo «per la pianificazione e la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali un apposito fondo di conto capitale (cioè per gli investimenti, ndr), istituito nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle finanze, con una dotazione di 290 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023, 2024».

E che salirà a «330 milioni per il 2025 e a 140 milioni di euro per il 2026». Per la parte corrente, e «per assicurare il coordinamento operativo e le spese relativi a servizi da rendere ai partecipanti all’evento (per le attività di sicurezza e per le modalità e le strutture di accoglienza, ndr)», poi un altro fondo «con una dotazione di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023, 2024, 70 milioni per il 2025, e 10 milioni di euro per gli anni 2022-2026». Soldi, si fa sapere dal Campidoglio, che Gualtieri «ha accolto con molta soddisfazione».


Prossimo passo, per «l’assegnazione delle risorse agli interventi», un Dpcm che Palazzo Chigi dovrà scrivere di concerto con i ministri delle Infrastrutture e dell’Economia, da approvare entro il 2022. Ma prima bisognerà presentare al governo «un piano di interventi recanti cronoprogramma e obiettivi da raggiungere concordati con gli enti competenti, nonché le modalità di revoca in caso di mancato rispetto del cronoprogramma e obiettivi». Ed è questo l’altro nodo: all’Anno Santo mancano di fatto tre anni per far partire e concludere i cantieri delle opere necessarie.

Giubileo, la cabina di regia


Al momento è stata istituita una cabina di regia, con 2 milioni di euro per garantirne le funzioni, coordinata da Mario Draghi, nella quale siedono i ministri competenti (tra gli altri Interni, Esteri e Beni Culturali), i dirigenti dei stessi dicasteri, il sindaco di Roma, il presidente della Regione Lazio e quattro tra parlamentari e senatori di maggioranza e opposizione (Alberto Bagnai per la Lega, Marianna Madia per il Pd, Isabella Rauti per FdI e Francesco Silvestri per il M5S). Ma ben presto dovrà nascere un nuovo modello di governance. Rumors danno per imminente una legge ad hoc, che sul modello del Grande Giubileo del 2000 guarderebbe all’istituzione di un’agenzia per la promozione e, accanto, alla nomina come commissario per le opere pubbliche del sindaco di Roma.

Il quale, a sua volta, potrebbe scegliere uno o più subcommissari. È probabile che del tema parleranno Gualtieri e Draghi, che si incontreranno al G20 al via da domani all’Eur. Anche perché è lunga e ambiziosa la lista di opere da completare per il 2025: la chiusura dell’anello ferroviario, la costruzione di quattro tramvie compresa quella che collegherà Termini all’Aurelio passando per il Vaticano, la riqualificazione e la pedonalizzazione dello stesso Vaticano, il completamento del Grab, il grande raccordo anulare delle bici, un’opera più generale di manutenzione stradale oltre alla riqualificazione del Tevere e alla creazione di spazi per ospitare i pellegrini.
 

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