Franco Bandiera morto, addio al mecenate dei grandi musicisti: nel suo negozio in via Cavour da Ramazzotti ai Maneskin

Franco Bandiera morto, addio al mecenate dei grandi musicisti: nel suo negozio in via Cavour da Ramazzotti ai Maneskin
di Raffaella Troili
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Martedì 25 Gennaio 2022, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 18:49

Se ne è andato il mecenate di via Cavour 145, Franco Bandiera, che regalava sogni e musica con il suo fare burbero, ironico e sincero. Ragazzì, dai poi me li dai i soldi, prendi quello che ti serve, se vede che sei bravo. Il mondo del professionismo musicale romano per oltre mezzo secolo ha gravitato nel suo negozio di strumenti musicali. A piangerlo addetti ai lavori, sconosciuti, artisti noti. Una istituzione. Quanti desideri e ricordi, la voglia di far musica di generazioni di talenti o sconosciuti musicisti romani ha preso corpo passando davanti a quelle vetrine incantate tuttora, un disco, un basso, una chitarra elettrica, una tastiera. Un romano di quelli autentici, pronto ad aiutare e alimentare sogni e velleità anche con la presa in giro bonaria, la battuta sempre pronta. «Da sempre ha aiutato i ragazzi, si faceva pagare a rate come un pizzicarolo - ricorda Carlo Scaramastra, il cugino che ha lavorato al suo fianco per una vita, per 48 anni - mi segni poi te lo pago e lui ci stava. È stata la sua forza, ha fatto avvicinare le persone alla musica con un pagherò».

Acconti di 20, 30mila lire di ragazzetti appassionati, non sapeva dire di no però ci scherzava se non torni entro l'una te la vendo. Ora sui social ognuno ha un ricordo personale da raccontare condito di una romanità genuina e a suo modo dolce. Franco Bandiera, 84 anni, si è spento dopo una serie di acciacchi, nel 59 aveva preso in gestione il famoso Robazza, nel 73 rilevò la licenza. Suonava il piano e aveva studiato al Conservatorio, non poteva che finire nel regno degli strumenti musicali.
Tutti i piccoli e grandi musicisti romani sono passati più volte da lui, dal giovane Eros Ramazzotti («stava sempre qui i primi tempi») all'adolescente Alex Britti, da Max Gazzé a tutta la band di Venditti. «Tutto il circuito romano, faccio fatica a elencare i nomi di tanti musicisti illustri».

Massimo Fumanti, Fabio Pignatelli, Marco Rinalduzzi, Claudio Prosperini, Mario Schilirò, Franco Creature, Marco Manusso, Giovanni Imparato. «Fino ai Maneskin dopo Sanremo l'anno scorso, ma anche prima». «Franco era un pezzo di storia della via - aggiunge un altro suo storico collaboratore, Giorgio Gianfrancesco, 67 anni - in 63 anni ha aiutato tutti i musicisti romani a coronare il sogno di fare musica più o meno professionalmente. Dava una mano a tutti, in tutte le modalità, un mecenate, non ha mai negato a nessuno una batteria, un amplificatore a tutti i professionisti in difficoltà». Emblematico come Giorgio Gianfrancesco ha conosciuto Bandiera. «Ero poco più che un bambino, avevo 12 anni, passavo sempre davanti al negozio, e tu che fai ragazzì?», gli ho detto che suonavo la fisarmonica e lui mi ha detto entra e mi ha fatto suonare. Ne è nato un rapporto di amicizia, un sodalizio, tanto che nel 75 ho iniziato a collaborare con lui: ho coronato il mio sogno».


«DAMME 20MILA LIRE»
«Damme 20 mila lire». Burbero e buono, pressoché regalava a seconda delle situazioni. «Entra provalo», e giù consigli e donazioni. C'è un mondo di amanti della musica che lo piange. Basta scorrere i messaggi sul profilo Facebook della Franco Bandiera strumenti musicali per commuoversi. «Dietro ogni acquisto c'era un caffè, una chiacchiera, un ricordo dolce», così Walter Candiloro. «Grazie, spacciatore di musica» così Daniela Morgia; «oggi tutte le chitarre di Roma piangono per te» scrive Massimiliano Pagliuso; ancora Jurij Ricotti ricorda: «Franco vorrei acquistare questa Kramer ma costa tanto, e va bhe ju, intanto pijatela poi me la paghi un po pe vorta lo so che sei in gamba» Chi da lui ha comprato il suo primo basso, chi la sua prima chitarra. E sicuramente Franco non ci ha guadagnato.

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