Cinquecento nuovi posti letto nel Lazio per pazienti affetti da coronavirus. Letti in più da creare entro gennaio che si sommeranno ai 5.103 già presenti nelle strutture del nostro territorio per l’assistenza e la cura dei malati positivi così da arrivare a quota 5.600. La Regione ha preparato la sua strategia per la Fase 3 del Covid, in attesa della prossima ondata del virus - la terza - attesa già da gennaio. In settimana dovrebbe arrivare l’ordinanza che ridisegna la rete ospedaliera e che, mai come in questo momento, guarderà anche alle patologie no Covid.
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LA SITUAZIONE
Infatti, nelle liste d’attesa, ci sono da recuperare oltre 700mila prestazioni, che non si sono potute effettuare perché la pandemia ha da un lato costretto i malati cronici a tenersi lontano dagli ospedali (per paura di contagiarsi) e dall’altro ridotto gli ambulatori.
L’INFLUENZA
Tanto basta per capire perché si guarda già a un aumento progressivo dell’offerta ospedaliera, anche per non sguarnire i nosocomi in un periodo nel quale dovrebbe scoppiare in tutta la sua virulenza l’influenza stagionale. I nuovi posti letto per il Covid (quasi l’80 per cento tra Roma e provincia) saranno creati d’emblée. E mantenendo il sistema a “fisarmonica” la Regione si muove infatti seguendo cinque scenari in base alla velocità di trasmissione del virus: nel primo i letti in più saranno cento, in quello peggiore e il più probabile al momento, i 500 già citati. Il grosso verrà realizzato trasformando già da questa settimana la clinica Città di Roma, un’eccellenza nel campo dell’ostetricia, in un nuovo Covid hospital, garantendo 158 postazioni, delle quali quasi un quarto di terapia intensiva. Gli altri 342 posti (una cinquantina le terapie intensive), saranno recuperati installando moduli mobili nei principali ospedali del Lazio.
LE STRUTTURE
A Roma sono stati scelti lo Spallanzani (i lavori termineranno questa settimana), il Policlinico Umberto I, il Pertini, il San Giovanni o il Grassi di Ostia. Rafforzata l’accoglienza di malati anche all’ospedale dei Castelli e a quello di Rieti. Questi nuovi reparti saranno costruiti attraverso moduli prefabbricati, che avranno impianti, allacci, carichi e scarichi a norma e all’avanguardia per garantire il ricambio d’aria e la piena attività, anche perché queste strutture dovranno ospitare postazioni di terapia intensiva. Da gennaio, quindi, il Lazio conta di portare a 2.600 i posti letto e di sfruttare al massimo la rete dei Covid hotel per l’assistenza agli asintomatici o ai malati meno gravi che possono essere seguiti a casa e non hanno un posto dove stare. Intanto, sul fronte della cura all’influenza, l’Umberto I ha aperto un pronto soccorso apposito per chi ha i sintomi della malattia, mentre la Regione, della famosa partita di 500mila fiale mai consegnato, è riuscito a recuperare da Sanofi 100mila dosi di vaccino antinfluenzale.