Tutti lo chiamano già come "lo spazzacamino che viene dal freddo". Un uccellino che compie un lunghissimo viaggio, dall'Ungheria fino a Roma, per passare l'inverno tra le murature del Colosseo. Un inquilino stagionale, ma assai affezionato al parco archeologico. E' il codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros). «Lo vediamo spesso sfrecciare in cerca di insetti, la coda come un lampo rosso che, nei maschi, contrasta con il grigio scuro del corpo», raccontano dagli uffici del parco. Ancora una storia di animali nell'area archeologica centrale di Roma.
Proprio lui, lo spazzacamino dell'Anfiteatro Flavio è al centro del progetto "Spectio" avviato dal parco (sotto la guida dell'archeologa Alfonsina Russo), mirato all‘osservazione e allo studio delle abitudini della fauna e soprattutto dell’avifauna locale con l'obiettivo di valorizzare questo patrimonio naturalistico.
Il gabbiano Emilio viaggia per 750 km per tornare a casa nel parco del Colosseo
Cuore del progetto è il protocollo d’intesa che la direttrice Alfonsina Russo ha siglato con Ornis Italica, associazione no-profit già attiva da qualche anno nel parco archeologico del Colosseo per monitorare la vita dei gabbiani. «Proprio a partire da marzo 2020, in concomitanza con l’esplosione della pandemia, in tutto il mondo sono state osservate particolari reazioni della fauna selvatica al cambiamento di abitudini imposto all’uomo dal diffondersi del Coronavirus - spiegano dal parco del Colosseo - Seppur generata da una contingenza oltremodo drammatica, si tratta senza dubbio di un’occasione unica per registrare simultaneamente in tutto il mondo una serie di fenomeni di grande interesse per lo studio dell’impatto dell’uomo sulla fauna selavatica». Dopo la storia del gabbiano Emilio, che viaggia per 750 chilometri, passando l'estate in Svizzera e poi tornare in inverno al Colosseo, ecco che spicca (è proprio il caso di dirlo) la storia dello "spazzacamino" d'Ungheria.