Roma, telecamere nello spogliatoio della palestra: «Spiate almeno 200 donne». Il titolare riprendeva le clienti

La polizia sta verificando se fotografie e video siano stati diffusi su siti web

Roma, telecamere nello spogliatoio della palestra. «Spiate almeno 200 donne»
di Raffaella Troili
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Martedì 7 Marzo 2023, 22:50 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 10:04

Galeotto un puntino bianco luminoso dentro l’orologio in corrispondenza del 10, sopra lo specchio. Ma le videocamere erano anche nell’armadietto, in un borsone, come dietro l’orologio dello spogliatoio, che veniva cambiato e monitorato di continuo. Aggiungiamoci un viavai insolito nello spogliatoio che solo ora si comincia a spiegare. Forse una fissazione antica, forse piuttosto qualcosa di ancora più illegale: per questo centinaia, almeno duecento clienti di una palestra filmate nude a loro insaputa, stanno recandosi presso la sede della Questura di Roma per sapere cosa c’era nei video sequestrati e lasciare foto che possano permettere agli investigatori di effettuare raffronti.

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Nuovi inquietanti particolari emergono all’Appio, dove il titolare di una palestra, la “Re di Roma Sporting club”, è indagato per aver filmato le clienti attraverso telecamere nascoste nello spogliatoio.

Le clienti, hanno preso coscienza alla spicciolata, di quanto è accaduto. Il passaparola è stato rapido e deflagrante. Ora in molte stanno rimettendo in ordine i ricordi: «Qualcosa di strano c’era - ricordano le ex iscritte - verso inizio novembre 2022 abbiamo cominciato a realizzare. Mario (che si faceva chiamare Claudio) oltre al fatto che usava di continuo un gergo allusivo e volgare, entrava di continuo nello spogliatoio senza bussare, vuoi per portare la carta igienica, vuoi per aggiustare una finestra che non era rotta...». 

Spesso chiedeva alle clienti: «Aspetta un attimo, non fare entrare nessuno che devo aggiustare un cosa». Prima dell’orologio, fu l’armadietto a destare l’attenzione delle vittime. «Stava sempre a maneggiare là dentro, l’asola del lucchetto era allentata, era chiuso e vuoto. Poi abbiamo scoperto che c’era un buco, della colla e che al suo interno per molto tempo c’era stata un’altra telecamera attaccata allo sportello». I sospetti montavano, le indagini fai da te pure ma non portavano a nulla, come una caccia al gatto con il topo. «Noi non sapevamo dove andare a guardare, sopra gli armadietti, dietro lo specchio, le finestre...». L’uomo forse vedendo le scene in cui le donne insospettite frugavano nello spogliatoio non è tornato sui suoi passi, ha solo alzato il tiro.

«Ci siamo guardate intorno, cosa era cambiato rispetto alla vecchia storica cara gestione? Proprio l’orologio. Lui ne usava due comprati su Amazon, alternandoli, immaginiamo per scaricare i video sul pc. Quando abbiamo cominciato a sospettare è comparso un orologio comprato dal cinese vicino». Quello era “pulito” ma ormai le iscritte non stavano tranquille, alcune avevano già smesso di spogliarsi e fare la doccia. 

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LA SVOLTA

Ma qualcosa ancora non tornava. è stato un sodalizio tra donne a far emergere l’orrore. Sentendosi in pericolo, il titolare cambiava l’orologio al pomeriggio, quando c’è più movimento, più corsi, più clienti. Era fine gennaio quando con blitz gli agenti della IV sezione della Squadra mobile hanno fatto irruzione nella palestra. Hanno portato via l’orologio, il borsone nero e giallo con dentro una telecamera, tablet e telefonini. Sono andati via con lui, nella casa poco distante effettuato altre perquisizioni.

 

L’uomo a quanto pare finora non ha fornito elementi utili alle indagini oltre a dire «ho fatto una cazz...». Il materiale video sequestrato è ingente e fa ritenere che il titolare possa averlo venduto, difficile risalire ai siti, visto che le immagini non hanno data. Per questo alle vittime, anche le istruttrici, viene chiesto in queste ore di fornire foto ed evidenziare se hanno particolari tatuaggi che possano aiutare gli investigatori a riconoscerle nei filmati. La palestra era frequentata anche da molte minorenni, sarebbe importante che si presentassero accompagnate dai genitori, a testimoniare. «Vogliamo che paghi per quel che ci ha fatto, e chissà per quanto tempo. Aveva rilevato la palestra da poco più di un anno, gli ex titolari erano tutta un’altra storia».

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