Allarme smog a Roma. Il meteorologo: «Perturbazione in arrivo pulirà l'aria nel weekend»

Il meteorologo Edoardo Ferrara: «C'è un legame importante tra pioggia, vento e inquinamento»

Allarme smog a Roma. Il meteorologo: «Perturbazione in arrivo pulirà l'aria nel weekend»
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Martedì 20 Febbraio 2024, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 12:23

Allarme polveri sottili in Italia dopo le ultime rilevazioni che hanno evidenziato dei dati preoccupanti a Milano e in pianura Padana, ma anche a Roma. Abbiamo chiesto un parere a Edoardo Ferrara, meteorologo di 3bmeteo.com. 

Milano negli scorsi giorni si è classificata tra le città più inquinate al mondo, soprattuto per quanto riguarda la concentrazione di polveri sottili. È davvero così?

«Al di là delle classifiche, i dati su cui si basa lo studio condotto da sito svizzero IQAir sono presi direttamente dalle centraline di rilevazione e quindi sono assolutamente oggettivi. Ci dicono che tra domenica 18 febbraio e lunedì 19, i livelli di polveri sottili a Milano e in Pianura Padana hanno superato i 100-110 microgrammi per metro cubo, ben oltre dunque il limite di 50 microgrammi.

La zona è quindi molto inquinata»

Qual è il legame, se c’è, tra condizioni atmosferiche e inquinamento dell’aria? 

«Il legame c'è assolutamente. Pioggia e vento, infatti, sono in grado di abbattere il livello di polveri sottili nell'aria. In inverno la questione è enfatizzata dal momento che l'aria fredda è più pesante e quindi tende a sedimentare, per esempio in pianura, al suolo. In estate, invece, il terreno caldo crea turbolenza e di conseguenza l'aria si rimescola. Le attuali condizioni sono dovute alla prevalente mancanza di pioggia e vento nell'ultimo periodo»

Il problema è serio non solo a Milano, ma in tutta la pianura Padana. Perchè questa zona è una delle più inquinate?

«La zona della pianura Padana è una delle più inquinate al mondo per due motivi fondamentali. Innanzitutto, la conformazione geologica: la Pianura, infatti, è chiusa da Alpi e Appennini e aperta soltanto sul mar Adriatico. Le condizioni anticicloniche che stanno caratterizzando gran parte di questo inverno non permettono un corretto ricircolo dell'aria, che invece stagna. Il secondo motivo risiede nel fatto che nella zona è presente circa 1/3 della popolazione nazionale e vi è un'alta concentrazione di industrializzazione e urbanizzazione, che producono emissioni molto elevate. È normale, quindi, che la situazione sia questa. Le principali fonti di emissione per le PM10 sono i riscaldamenti e la combustione del legno, è per questo che le restrizioni riguardano anche il riscaldamento delle abitazioni e dei negozi e non solo il traffico».

La concentrazione di PM10 nell’aria è alta anche a Roma. C’è da preoccuparsi?

«A Roma i livelli di inquinamento sono piuttosto elevati e la qualità dell'aria non è buona, ma niente a che vedere con la situazione di Milano e della pianura Padana. Quindi diciamo che c'è da preoccuparsi relativamente: è ovvio che la cosa migliore sarebbe non respirare le polveri sottili. Città come Rieti o L'Aquila sono in condizioni, da questo punto di vista, nettamente migliori rispetto a Roma, che a sua volta però sta meglio di gran parte della pianura Padana. La Capitale è una città “aperta” intorno e le polveri riescono a disperdersi anche in situazioni di alta pressione. In pianura Padana, al contrario, con l'alta pressione la concentrazione di PM10 resta alta».

Il 25 febbraio, a Roma, ci sarà una “domenica ecologica”...

«Oltre al blocco del traffico previsto per domenica 25 febbraio, a Roma è in arrivo dal weekend una perturbazione atlantica che porterà piogge preziose e venti abbastanza sostenuti (a Roma il Libeccio) che garantiranno un aria più pulita. Le precipitazioni che ci saranno a partire dal fine settimana, anche se non abbondanti, possono trascinare al suolo le polveri sottili, anche in pianura Padana»

Perché un’alta concentrazione di polveri sottili nell’aria rappresenta un pericolo?

«Sono due le tipologie di polveri sottili di cui stiamo parlando, le PM10 e le PM2.5, che sono ancora più sottili. Queste riescono a filtrare la nostra protezione quando respiriamo, baipassano il filtro che è rappresentato dal naso e arrivano direttamente ai polmoni dove si depositano. Il problema non è quello di respirarle un giorno o due, ma farlo con una certa regolarità. In inverni anticiclonici come questo, con poca pioggia e pochi venti, si respirano le polveri per periodi molto lunghi»

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