Polmoniti e influenze, picco di contagi anche fra i neonati. «Contraggono malattie virali e batteriche allo stesso tempo»

Contagi in crescita in tutte le fasce d’età, tra i più piccoli le infezioni salgono del 17%

Polmoniti e influenze, picco di contagi anche fra i neonati. «Contraggono malattie virali e batteriche allo stesso tempo»
di Francesco Pacifico e Fabio Rossi
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 10:52

Covid e influenza sono in forte ascesa, tra tutte le fasce d’età dei cittadini di Roma e del Lazio. Il repentino passaggio da un mite autunno a un inverno freddo e l’eredità del Covid stanno facendo ammalare più del dovuto anche i bambini. La dottoressa Teresa Rongai, segretaria romana del Fimp (Federazione italiana medici pediatri), fa notare: «Rispetto allo scorso anno c’è un aumento del 17 per cento di neonati e ragazzini in età scolastica, sui quali abbiamo riscontrato un numero maggiore di bronchioliti e casi di influenza». Rongai sottolinea che, rispetto alle peggiori previsioni, non si sono verificati casi di polmoniti che per esempio stanno falcidiando i piccoli in Cina e nei Paesi del Sudest asiatico. «Invece dobbiamo assistere casi multifattoriali, cioè pazienti affetti sia da malattie virali sia da quelle batteriche, cioè nello stesso tempo contraggono un adenovirus e uno streptococco - nota la pediatra - E questo rende più lunghe e complesse le cure, non basta il solo antibiotico».

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LE CAUSE
Un peso in questo quadro ce l’hanno anche i ritardi nelle vaccinazioni contro l’influenza - soltanto il 40 per cento si è immunizzato - e il cosiddetto debito immunitario causato dal Covid. «Non si portano più le mascherine e i bambini, durante il periodo della pandemia, hanno avuto un contatto diverso con le madri che ha comportato una ridotta esposizione agli stimoli immunitari.

Anche per questo i nostri studi pediatrici stanno letteralmente scoppiando». Fortunatamente questo trend non ha causato ancora un aumento dell’ospedalizzazione, che di solito coinvolge i piccoli nella fascia 0-2 anni con deficit di ossigenazione. «La situazione in ospedale al momento è coerente con le attese legate alla stagionalità - osserva Sebastian Cristaldi, responsabile del Dea di II livello, la struttura che gestisce il pronto soccorso della sede del Gianicolo dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù - Nessuna particolare emergenza, dunque, ma un incremento degli accessi al pronto soccorso compatibile con il periodo dell’anno, che riguarda sopratutto bambini sotto i due anni soggetti a virus respiratori o gastrointestinali tipici della stagione». Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia e primario dell’ospedale San Giovanni tranquillizza i genitori: «A breve le autorità dovranno autorizzare l’uso di monoclonali, che presi prima dell’inizio della stagione fredda, possono proteggere i bimbi dalle malattie polmonari».

I NUMERI
A livello di popolazione generale, tra tutte le fasce d’età, l’impennata dei contagi di questi giorni riguarda l’influenza stagionale «ma soprattutto il Covid», sottolinea Alberto Chiriatti, vicesegretario regionale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale. Nella scorsa settimana (da quest’anno i bollettini sul coronavirus vengono diffusi ogni sette giorni) nel Lazio sono stati registrati 7.244 nuovi contagi: un’impennata che sfiora il più 40 per cento rispetto alla settimana precedente. E crescono nettamente (più 20 per cento) anche i ricoverati: 532, di cui 18 in terapia intensiva. Sul fronte delle vaccinazioni, nel Lazio quelle contro l’influenza stagionale hanno superato quota un milione, trascinate dai medici di medicina generale, che hanno praticato finora 910 mila iniezioni. Più lenta la campagna contro il Covid, che è ancora sotto i centomila vaccini, più della metà dei quali inoculati dai dottori di famiglia.
 

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