Daniele De Martino, annullata l'esibizione del cantante neomelodico. «Testi violenti, no allo show»

È stato Antonio Patitucci, segretario generale del Silp Cgil Roma e Lazio (il sindacato dei poliziotti), a sollevare la questione chiedendo di annullare l’evento

Daniele De Martino, annullata l'esibizione del cantante neomelodico. «Testi violenti, no allo show»
di Tiziano Pompili
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 22:56

Daniele De Martino non si esibirà a Velletri. L’esibizione del controverso cantante neomelodico, in programma la prossima domenica 15 gennaio presso il ristorante “L’Uliveto” in via dei Fienili a Velletri, è stata cancellata dopo un polverone mediatico. È stato Antonio Patitucci, segretario generale del Silp Cgil Roma e Lazio (il sindacato dei poliziotti), a sollevare la questione chiedendo di annullare l’evento: «Riteniamo inaccettabile la presenza a Velletri, città dove un parco pubblico è intitolato al poliziotto Matteo Demenego, medaglia d’oro al valor civile, del cantante neomelodico Daniele De Martino che nelle sue canzoni, chiamiamole così, dileggia i collaboratori di giustizia e le forze dell’ordine». 

I MOTIVI

L’artista si sarebbe esibito nel locale all’ora di pranzo e ovviamente era già partita la vendita dei posti a disposizione delle persone che avrebbero dunque mangiato e ascoltato le canzoni di De Martino: «Nulla di diverso da un concerto pubblico, come quello dello scorso anno ad Artena che il prefetto di Roma ha giustamente annullato per evitare non solo problemi di ordine pubblico, ma anche strumentalizzazioni legate alla vicenda dei fratelli Bianchi – ha aggiunto Patitucci - La questura di Palermo lo ha sanzionato con un avviso orale ricordando che le sue canzoni presentano “gravi espressioni visive e verbali che implicano un’istigazione alla violenza, un’esaltazione delle gravi azioni antigiuridiche connesse alla criminalità organizzata, un’accettazione e condivisione di comportamenti e azioni contrari ai valori morali della società civile e lesive delle Istituzioni dello Stato”.

Abbiamo immediatamente informato l’amministrazione comunale di Velletri, il dirigente del commissariato e i vertici della questura di Roma: sulla legalità non si fanno sconti».

E in effetti già martedì sera, dopo un incontro tra i proprietari del locale, la questura e l’amministrazione comunale di Velletri, il caso era stato “risolto” con la cancellazione dell’evento che ieri pomeriggio doveva essere ancora ufficializzato sui canali social sia del locale che dell’artista. «So che i proprietari del ristorante erano molto amareggiati per questa situazione che certamente non ha fatto loro piacere – ha detto Orlando Pocci, sindaco di Velletri – Probabilmente, come il sottoscritto, non conoscevano bene il soggetto e non sapevano delle problematiche legate alla sua figura. Si sono inizialmente affidati ai manager dell’artista per organizzare l’evento, ma una volta capita la situazione hanno fatto un passo indietro».

Già nello scorso 15 luglio, per i medesimi motivi, il commissario prefettizio del Comune di Artena Antonio Orecchio annullò il concerto di De Martino in programma nella frazione di Colubro. La notizia della cancellazione dell’evento di Velletri ha sicuramente deluso alcuni dei tanti fan dell’artista palermitano classe 1995, al secolo Agostino Galluzzo: un personaggio capace di superare i 600mila followers su Facebook, i 400mila su Instagram e più di 155mila brani scaricati su Spotify oltre che di riuscire a raggiungere numeri di visualizzazioni esorbitanti per i video delle sue canzoni su You Tube (il brano “Che ci fa” di cinque anni fa ha superato quota 34 milioni di visualizzazioni). I cantanti neomelodici sono sempre più nel mirino delle forze dell’ordine per i medesimi motivi: anche al trapper Niko Pandetta (che tra l’altro con De Martino ebbe un duro scontro sui social) fu impedito di esibirsi in un locale di San Cesareo a giugno dello scorso anno tramite un’ordinanza della sindaca Alessandra Sabelli, dopo un confronto con la prefettura e la questura di Roma. Al centro delle accuse, pure in quel caso, finirono i testi delle canzoni di Pandetta che dedicò diversi brani allo zio e boss catanese Salvatore Cappello, sottoposto al regime speciale di detenzione 41 bis dal 1993.

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