Roma, finti giocatori alle slot machine, ma veri rapinatori

Una sala slot
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Sabato 14 Ottobre 2017, 10:39
Le slot come un bancomat. Rapinavano carte di credito e documenti con cui entravano nelle sale giochi, acquistavano ticket virtuali per le gicoate e poi subito li restituivano facendosi dare i contanti. In manette una gang del Fleming composta da tre romani, due uomini e una donna, vecchie conoscenze delle forze dell'ordine. 
Si fingevano giocatori, entravano nella sala più vicina ed usando le carte di credito ed i documenti appena rapinati, prendevano un ticket ma, dopo aver fatto una piccola giocata, tornavano alla cassa e con la scusa di una giornata sfortuna, restituivano il ticket chiedendo però indietro denaro contante. Un sistema che, però, non è sfuggito agli agenti del commissariato Ponte Milvio che indagavano su 3 rapine, tutte commesse in orario notturno ai danni di giovani donne per le vie del Fleming. Sempre lo stesso schema: due uomini ed una donna, minacciavano le vittime con un coltello, si
facevano consegnare la borsetta e fuggivano su un'utilitaria celeste.
Determinante per il buon esito dell'indagine la conoscenza dei «pregiudicati di zona» degli investigatori; visionando le registrazioni delle telecamere interne delle sale giochi hanno riconosciuto uno di essi, ovvero F.S., romano di 39 anni. A fornire un'ulteriore elemento è stata la stessa donna del terzetto; F.A., queste le inziali della 47enne arrestata, che, non paga del bottino di una delle rapine, ha contattato tramite social network la vittima e si è fatta consegnare dalla stessa 30 euro per averle «ritrovato» la borsa. Nei giorni scorsi, mentre gli agenti erano appostati nelle vicinanze dell'abitazione presso la quale F.S. era agli arresti domiciliari, hanno
bloccato un'utilitaria identica a quella usata per le rapine ed alla guida c'era proprio F.A. che nascondeva nell'auto lo stesso coltello usato per minacciare le vittime. Grazie a questi elementi gli investigatori hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria i primi due rapinatori e, dopo averli accompagnati in carcere, hanno proseguito le indagini per arrivare al-complice.
A dare un nome e un volto all'ultimo rapinatore sono sempre le varie telecamere di sorveglianza che hanno filmato i reati; per B.G., queste le iniziali del 36enne romano, le porte di Regina Coeli si sono aperte grazie ad un'ordinanza del Tribunale di Roma che è stata eseguita dagli stessi investigatori del commissariato Ponte Milvio.
I tre, in concorso fra loro, dovranno ora rispondere di una lunga serie di reati che vanno dalla rapina, all'utilizzo fraudolento delle carte di credito e, per il solo F.S. , evasione, avendo compiuto le rapine mentre era detenuto agli arresti domiciliari.
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