Via Sistina, c'era una volta la Strada Felice

(Foto di Paolo Caprioli/Ag.Toiati)
di Rosalba Emiliozzi
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Domenica 5 Febbraio 2017, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 06:51

C'era una volta la Strada Felice, così si chiamava via Sistina. Famosa per le botteghe storiche che si affacciano anche su via Crispi. La strada dello shopping da sogno oggi si è trasformata in una passeggiata-slalom tra auto e scooter parcheggiati ovunque, rifiuti, buche e degrado.
 

 

ALBERGHI CHIUSI
«Questa una volta era la Strada Felice, aperta da papa Sisto V, collegava Trinità dei Monti con Santa Maria Maggiore, ora è la via triste - dice Barbara Mandatori (Dan), presidente dell'associazione via Sistina-via Crispi - su via Sistina hanno chiuso a gennaio due attività storiche, un'altra si è trasferita. Il motivo? Affitti alti e la situazione del commercio difficile, c'è meno passeggio, hanno chiuso due grandi alberghi, si cammina e si cade sui marciapiedi rotti e pieni di buche. E accanto alle botteghe storiche hanno aperto attività poco decorose, appendono la merce di fuori e non rispettano le regole: se noi abbiamo l'insegna fuori posto ci fanno la multa, se loro appendono le borse sui muri esterni non succede nulla». Ne sa qualcosa Daniele Marini, quarta generazione dell'omonima bottega di calzature fatte a mano, in via Crispi.

ATTORI E REALI
«Anni fa ci fecero una multa perché l'insegna non rispettava una certa grandezza, e io davanti alle mie vetrine ho un negozio senza insegna, con borsette e oggettini appesi al muro» dice indicando una rivendita di souvenir. Poi ci sono le auto parcheggiate fitte, che impediscono l'entrata nei negozi, e mucchi di rifiuti all'angolo con via degli Artisti. «Ho dovuto anche fare lo sceriffo, mi sono messo su una sedia ad aspettare chi lasciava l'immondizia, e sapete chi la lascia? Ho visto scaricare sacchetti da filippini che fanno le pulizie in b&b non autorizzati qui in zona - dice Marini - lasciano la busta e se ne vanno. Non c'è una regola, ognuno fa ciò che vuole». La bottega di via Crispi, preferita da Marcello Mastroianni e Gianni Agnelli, serve la famiglia reale Al Thani del Qatar, il re del Marocco e la regina Elisabetta. «Abbiamo fatto le calzature anche per il film C'era una volta in America» ricorda Marini.

L'attenzione di Hollywood stride con l'abbandono di Roma. «Colleen Atwood, costumista con tre premi Oscar, viene spesso da noi quando deve allestire un film» racconta Massimo Frasca di Lisio tessuti d'arte, in via Sistina. Stoffe che hanno vestito Johnny Depp ne I pirati dei Caraibi e accarezzato Angelina Jolie in Maleficent. «Questo è il negozio più antico di Roma, ha 120 anni - dice Angelo Frasca, padre di Massimo - qui ci sono tessuti che non si possono più creare. Abbiamo come clienti le regine di Danimarca e di Grecia, abbiamo fatto musei e palazzi. E molti film in costume, Liz Taylor qui era di casa. Una volta via Sistina metteva soggezione per l'importanza che aveva. Oggi tutti parlano, ma nessuno si prende cura di arti, mestieri e negozi storici, ho scritto due lettere alla Raggi chiedendo attenzione per via Sistina, non mi ha risposto. Noi dovremmo essere aiutati, come hanno fatto a Parigi dove nessuno tocca i negozi storici, l'artigiano deve solo insegnare il mestiere».

LA METAMORFOSI
Anche da Lisio indicano «i negozi cinesi», come la metamorfosi che fa paura. «Anziché far riaprire le frutterie, il Comune dovrebbe promuovere le botteghe storiche» aggiunge Massimo.

«Nessuno ci ascolta. Quel che c'è di buono qui l'abbiamo fatto noi: fioriere, piante, gagliardetti. Puliamo anche. Ma i marciapiedi sono pieni di buche, c'è tanta immondizia, è una strada che non invita più alla passeggiata» dice Massimo Peroso, dell'omonima gioielleria aperta dal 1891 su via Sistina. E' c'è la piaga dei furti, «con i rom che fanno borseggi». «Ci hanno promesso che a febbraio avrebbero fatto i marciapiedi, come in via del Babuino» prosegue Peroso. Ma nessuno si è ancora visto.

Stesse lamentele da Lucia, Cilla, Andreucci, negozio di bijoux da 24 anni in via Crispi e un passato di collaborazioni con grandi stilisti e personaggi tv. «Qui ci sono negozi che non stanno neanche alla stazione Termini - dice indicando le borse appese fuori - è veramente triste. Il degrado aumenta di giorno in giorno, la strada si logora senza manutenzione, ci sono solo piccoli rattoppi e la gente cade in continuazione. E' un peccato». Perché, come ricorda la presidente Mandatori, «qui c'è una storia importante, quando abbiamo partecipato al bando delle eccellenze romane, su 28 quattro sono di questa via».

rosalba.emiliozzi@ilmessaggero.it

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