Questi ultimi tre erano stati tratti in arresto dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria nel 2010, per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta a danno di diverse società operanti nel campo delle pulizie.
Le successive indagini economico-patrimoniali hanno fatto emergere che i beni oggi cautelati sono stati acquisiti dai proposti o da società a loro riconducibili – a fronte della dichiarazione di redditi esigui o addirittura nulli - reimpiegando i proventi illeciti delle attività distrattive e dissipatorie realizzate in pregiudizio del patrimonio delle fallite.
La macroscopica sproporzione tra il patrimonio accumulato negli anni, da un lato, e le apparentemente modeste capacità reddituali, dall’altro, hanno condotto all’odierna misura di prevenzione patrimoniale di 10 lussuosi appartamenti (9 all’EUR e uno ad Anzio), 2 macchine, una cassetta di sicurezza, polizze vita e disponibilità liquide, per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro.
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