Il sindaco chiede un « atto di responsabilità da parte di tutti. Abbiamo deciso di investire così tanto perché ci teniamo all’eccellenza. La mia volontà è quella di seguire ogni percorso necessario affinché il teatro lirico sia sempre più un luogo di successo culturale». E poi l’appello ai dipendenti:«Chi lavora con altissima qualità all’Opera si deve rendere conto che in questo momento ci sono decine di migliaia di persone che non hanno lavoro e che hanno addirittura il problema della casa. Per il Comune - conclude Marino - investire 16,5 milioni di euro è un impegno davvero notevole».
«Non vogliamo scioperare, ma non abbiamo una leva per scongiurare lo stato di agitazione - dice Lorella Pieralli della Fials Cisal del Teatro dell’Opera -. Ci vorrebbe una convocazione dal sindaco, perché non riconosciamo Fuortes, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato». La sindacalista spiega che Slc Cgil, Fials Cisal e Libersind Confsal vorrebbero - malgrado l’ipotesi di messa in liquidazione del teatro - revocare l’annunciata agitazione che potrebbe far saltare giovedì 27 la prima diretta da Muti, «ma ancora non possiamo farlo perché aspettiamo un confronto con le istituzioni. E il silenzio del maestro Muti su questo è eloquente». Dunque l’agitazione va avanti «a meno che il sindaco Marino, il neo ministro Franceschini e il governatore Zingaretti non decidano di ascoltare la voce disperata di questi lavoratori», aggiunge.