Roma, ricatto hot alla camieriera: arrestato pizzaiolo

Roma, ricatto hot alla camieriera: arrestato pizzaiolo
di Adelaide Pierucci
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Martedì 11 Luglio 2017, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 17:14

Ricatta la cameriera di postare su Facebook i suoi selfie mentre posa in reggiseno e slip o in top per costringerla ad avere intimità con lui ma finisce in manette. Si è rivelato un boomerang il tentativo di un pizzaiolo egiziano di 23 anni di abbordare a tutti i costi una connazionale di 19 anni, dipendente della pizzeria del fratello. La giovane, musulmana e osservante, lo ha pregato di non far circolare le foto, ma non ha ceduto davanti ai ricatti sessuali. Anzi quando il pizzaiolo è arrivato a palpeggiarla, sicuro che avrebbe ceduto per evitare lo scandalo nella comunità egiziana, lei lo ha denunciato. Così il pizzaiolo che chiameremo Abdul - è finito in carcere con la doppia accusa di tentata estorsione e violenza sessuale. L'arresto è stato eseguito l'altra notte, in zona Fidene.

FACEBOOK
Stando alle indagini del pm Eleonora Fini, l'idea del ricatto ad Abdul era balenata quando ha visto sullo smartphone della ragazza finita nelle sue mire i selfie che la giovane si era scattata posando sola o con le amiche, per lo più senza velo. E in alcuni solo con l'intimo. Scatti che sarebbero dovuti rimanere privati. «Qui ti sei spogliata per divertirti davanti all'obiettivo», l'ha minacciata Abdul, «ora voglio che ti spogli solo per me. Devi stare con me, una notte con me. Ti dirò io che fare». La giovane si è subito rifiutata. E allora è scattata l'intimidazione: «A chissà quanti piaceranno le tue foto. Le farò circolare sul web, su Facebook. Non hai alternative. Se accetterai, quelle foro resteranno un nostro segreto». Ma anche il ricatto non sortisce effetti.

L'INCONTRO
Dodici ore dopo il pizzaiolo allora propone alla cameriera un incontro chiarificatore: «Vediamoci da te, parliamo della situazione». Il fine del discorso, però, era sempre lo stesso. Costringere la giovane a cedere alle avances. E quando lei lo rifiuta ancora, per la terza volta, lui inizia a palpeggiarla e poi la prende a calci e pugni. La diciannovenne, pur essendo consapevole di dover perdere automaticamente il posto di lavoro, decide però di denunciare il pizzaiolo focoso. Il ricatto contro la giovane musulmana allora finisce all'attenzione degli agenti di polizia che acquisiscono la denuncia della vittima, le testimonianze delle amiche e poi il certificato medico del pronto soccorso. Dopo l'aggressione la giovane era stata medicata in ospedale. Aveva graffi e lividi sul viso e alle braccia, considerati guaribili in una decina di giorni. «Nella nostra cultura non sta bene mostrarsi svestite», ha pianto la ragazza, che per liberarsi del ricattatore si è ritrovata licenziata.

 
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