Una bomba carta è stata fatta scoppiare durante il sit in dei dipendenti Ama organizzato sotto al Campidoglio. Tra la folla assiepata sotto l'ingresso di palazzo senatorio sono comparsi anche alcuni saluti romani.
Circa un migliaio i manifestanti che non sono d'accordo sulla decisione del sindaco Ignazio Marino di affidare ai privati una parte del lavoro dell'Ama. Cori, urla, striscioni, canti. E parole grosse e irriverenti nei confronti del sindaco di Roma («Buffone, buffone, buffone», «Marino, Marino, vaffan...», «Marino, Marino, pezzo di m...»). Ma anche allegri ritornelli mutuati a stornelli più famosi («Tanto pè cantà... Marino, Marino te ne devi annà»).
Poi l'incontro con l'amministrazione. «Abbiamo accolto in Campidoglio una delegazione dei manifestanti che erano in piazza e abbiamo ribadito che stiamo preparando la delibera di affidamento all'Ama del servizio di igiene spazzamento e trattamento dei rifiuti per 15 anni.
«Tra le preoccupazioni espresse dai sindacati c'è la tutela dei posti di lavoro. Ovviamente - ha assicurato l'assessore - c'è l'assoluta tutela dei posti di lavoro. Noi stiamo facendo efficienza nell'azienda, non abbiamo minimamente mai messo in discussione la tutela dei posti di lavoro che, anzi, aumenteranno garantendo la qualità del servizio».