Roma, un pitone albino di tre metri in strada: è allarme abbandoni animali esotici

Roma, un pitone albino di tre metri in strada: è allarme abbandoni animali esotici
di Maria Lombardi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Agosto 2016, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 10:01
Un pitone albino abbandonato vicino corso Francia. La carcassa del serpente di tre metri circa è stata trovata davanti al civico 111 di via Vilfredo Pareto. «Il proprietario ha preferito sbarazzarsene trasgredendo le norme igienico-sanitarie», denuncia Riccardo Corsetto, esponente di Forza Italia che ha scoperto e fotografato il rettile morto. «C'è da augurarsi che il serpente non sia stato eliminato volontariamente da chi era in partenza per le vacanze». La morte dovrebbe risalire a tre, quattro giorni fa. Capita sempre più spesso, animali esotici e selvatici lasciati in strada durante l'estate. Non solo cani e gatti, la stagione degli abbandoni adesso colpisce anche iguane, ricci africani, tartarughe azzannatrici, pappagalli, scimmie, furetti. Randagismo di nuova generazione, pericoloso per l'ecosistema. Animali non domestici che la legge vieterebbe di tenere in casa, chi li prende tante volte ha difficoltà a gestirli e quando c'è da partire se ne disfa. «Un fenomeno deplorevole e preoccupante, c'è tanta irresponsabilità da parte di chi tiene questi animali: non rispetta le normative prima di tutto e poi non è capace di sostenere l'impegno economico e gestionale», dice Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa, mentre nazionale protezione animali.

I PERICOLI
Dall'acquisto all'abbandono il passo è breve. C'è chi li libera nei parchi, chi li lascia in strada o davanti al Bioparco o a qualche clinica veterinaria nella speranza che qualcuno se ne occupi. Un boa constrictor lungo circa due metri e mezzo qualche estate fa è stato trovato nei giardini in via Paolo Pericoli a Casal Lumbroso, alcuni passanti sono riusciti a catturarlo e lo hanno consegnarlo al Cites della Forestale. «Sono stati abbandonati davanti alla mia clinica 6 furetti, una mamma e 5 cuccioli in una gabbia», racconta Federico Coccia, presidente della fondazione Bioparco. «E anche un boa constrictor, un drago barbuto, civette, sparvieri, un gheppio. Mi sono preso cura di tutti questi animali e li ho sistemati, c'è un oasi per animali selvatici dove si portano tutti quelli sequestrati. Sono animali nati in cattività e non si possono mettere in natura, non sanno cacciare e morirebbero di fame».

Li prendono quando sono piccoli - c'è chi è riuscito ad acquistare anche baby coccodrilli - appena crescono se ne liberano. È il caso delle tartarughe a guance rosse, quelle che provengono dagli Stati Uniti. In negozio le vendono che sono piccole come una moneta, poi crescono e spesso vengono abbandonate nei laghetti dei parchi. Mangiano le uova delle nostre tartarughe emys e le minacciano. O dei pappagalli parrocchetti o amazzoni, la città ne è piena. Si tratta di animali che adattandosi a vivere in ambienti diversi diventano pericolose per l'ecosistema. Gli scoiattoli grigi abbandonati e messi in libertà stanno facendo scomparire gli scoiattoli rossi e neri. «Tenere in casa un animale selvatico è vietatissimo», aggiunge Coccia.

 
«La vendita rappresenta un enorme business e arricchisce i bracconieri. Dopo quello delle armi e della droga questo è il terzo mercato ilegale per fatturato». Secondo le stime del Corpo forestale dello Stato ogni anno in Italia vengono importati trentamila animali esotici, e sono 5 milioni le famiglie che tengono in casa specie selvatiche. Entrano nel nostro paese superando i controlli alle dogane dopo essere state sottratte al loro habitat naturale oppure vengono acquistate su internet. D'estate viene abbandonato un cane ogni due minuti, secondo i dati della La, adesso la stessa fine tocca a pitoni, boa, iguane e tartarughe.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA