Roma, nomine sospette: l'Anac blocca il nuovo bando sulle potature

Roma, nomine sospette: l'Anac blocca il nuovo bando sulle potature
di Ernesto Menicucci
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Sabato 31 Marzo 2018, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 19:10

Se il terzo bando di gara sul verde pubblico 5 milioni di euro l'importo, oggetto la manutenzione verticale e orizzontale di piante e alberi (parliamo di sfalci e potature quindi) è fermo la colpa non è dell'Anac, o come sostiene l'assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari «di una risposta non ancora arrivata» dall'Autorità nazionale anticorruzione. Bensì, molto più semplicemente, lo stallo sugli interventi per la giungla cittadina (che tale rimarrà per tutta la primavera fino ad arrivare al ridosso dell'estate, visto il ritardo nelle altre gare) dipende dal pasticcio delle nomine in Campidoglio. Che, per ben due volte, ha indicato come presidente della commissione aggiudicatrice due dirigenti il cui profilo, per passate vicende giudiziarie o para-giudiziarie, ha fatto drizzare i capelli al pool di finanzieri che lavora a stretto contatto con Raffaele Cantone.

IL DOPPIO ERRORE
Secondo la ricostruzione de Il Messaggero, la verità è tutta qui, molto più semplice di quanto si possa immaginare. Niente complotti, niente azione di intelligence volta a colpire le decisioni del Comune. Agli ufficiali delle Fiamme Gialle è bastata un'operazione elementare: una bella googlelata su internet, come si dice in gergo. La prima nomina, per il bando del verde in questione, viene rispedita al mittente (il Campidoglio) dall'Anac ad inizio 2018. Il nome indicato, infatti, è quello di Bruno Cignini che figura nella famosa relazione della commissione prefettizia (a Palazzo Valentini all'epoca c'era Franco Gabrielli, oggi capo della Polizia di Stato) sul Mondo di Mezzo. Cignini era, va detto, in buona compagnia: con lui c'erano altri 100 (in tutto 101, come la carica dei dalmata della Disney...) personaggi: i vari Buzzi e Carminati, ma anche Franco Panzironi, Luca Odevaine, Daniele Ozzimo, Mirco Coratti, Luca Gramazio, Andrea Tassone, Giordano Tredicine, Angelo Scozzafava, Isabella Cozza. Una lista che, per un'estate (quella del 2015) scosse le fondamenta di Palazzo Senatorio. Cignini, all'epoca era al Servizio Giardini come geometra e lì è rimasto anche in questi anni.
Ricevuta la bocciatura dell'Anac, al Comune non resta che cambiare cavallo e scegliere un nuovo presidente di commissione per il bando sul verde. Solo che, per farlo, ci mette un mese e mezzo, tutto tempo che se ne va. Problema risolto? Mica tanto. Intorno alla metà di marzo, si corre ai ripari ma la toppa come si dice in questi casi è forse anche peggiore del buco. E l'Anac, ancora una volta, è quasi costretta ad intervenire. Non con i tempi dell'amministrazione capitolina, ma in maniera molto più celere. Altro giro su internet dei finanzieri e altra magagna scoperta. Il successore di Cignini, infatti, è Mario Fiore, scelto va detto tramite sorteggio ma senza nessun tipo di controllo successivo. E dalle cosiddette fonti aperte (internet, appunto, non certo un rapporto riservato) l'Anac scopre che anche Fiore ha qualche problemino. Nel 2016, infatti, sarebbe stato chiamato a rispondere di danno erariale per l'Affittopoli romana, gli alloggi del patrimonio comunale concessi a pochi euro anche in zone di pregio. Inoltre sempre Fiore risulta indagato con altri per abuso d'ufficio, lo scorso anno, per aver consentito l'occupazione di suolo pubblico ad alcuni ristoratori in difformità ai pareri della Soprintendenza.
A questo punto la palla torna al Comune. Che, intanto dovrà verificare eventuali motivi ostativi per la nomina di Fiore. E che poi, in seconda battuta, dovrà controllare che nella composizione degli albi dei commissari di gara venga rispettato il piano rotazione triennale anti-corruzione. Per evitare che, in futuro, si verifichino altri casi simili a questo.

 
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