Roma, massacrò il vicino di casa alla Serpentara, indagati 2 medici
I fatti risalgono al 20 ottobre dello scorso anno. Nel pomeriggio i familiari di De Silli chiamano il centro di igiene mentale di via Luigi Lablache nella periferia nord. Sono preoccupati: Marco è agitato, dice frasi sconnesse, sembra completamente fuori controllo. I dottori di guardia, però, non sarebbero intervenuti per tempo. E De Silli, uscendo sul pianerottolo di casa, incontra Massimo Monteri, il suo dirimpettaio. Lo aggredisce e lo uccide con trenta coltellate. Poco dopo viene arrestato per omicidio. Una perizia stabilirà poi la sua incapacità di intendere e di volere. La procura ha quindi iscritto sul registro degli indagati i dottori.
Per l’accusa, lo psichiatra che aveva in cura De Silli avrebbe omesso di verificare che al paziente fosse stata somministrata la medicina per controllare la patologia.
Da qui, la contestazione più grave: quella di omicidio colposo. Il difensore dell’indagato, l’avvocato Gianluca Luongo, conta però di ottenere l’archiviazione grazie a una nuova prova emersa qualche giorno fa: «Da una registrazione sulla piattaforma del centro di salute mentale dove il paziente era in cura emerge che la somministrazione sarebbe stata correttamente effettuata, contrariamente a quanto sostiene l’accusa. Abbiamo chiesto l’acquisizione di questo documento che scagiona il mio assistito».
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