Rom in fuga gettano la slot machine rubata contro l'auto dei carabinieri, poi si schiantano: condannato l'autista

Rom in fuga gettano la slot machine rubata contro l'auto dei carabinieri, poi si schiantano: condannato l'autista
di Marco Carta
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Martedì 21 Agosto 2018, 09:35

Hanno scaraventato a tutta velocità una slot machine appena rubata contro un'auto dei carabinieri per sfuggire all'arresto. Poi si sono schiantati contro le mura di una villetta di campagna, riuscendo a farla franca. Tutti, tranne il pilota, Hadzovic Scenso, un 33enne italiano di origine serba, residente nel campo rom di via Salviati a Tor Sapienza, che ieri mattina è stato condannato con rito abbreviato a quattro anni e due mesi per furto e resistenza a pubblico ufficiale aggravata. La sera precedente, il giovane, insieme ad altri tre complici, tutti di origine rom, si era introdotto intorno alle tre del mattino all'interno di una sala slot in via Domenico Sfondrini, nel quartiere di Lunghezza, con lo scopo di scassinare le macchinette videopoker presenti nell'esercizio commerciale. Quando i quattro, però, capiscono di essere stati scoperti, lasciano il lavoro a metà, e salgono a bordo della loro vettura, dove nel frattempo hanno già caricato una delle due slot machine, con dentro circa 500 euro.
Per non essere fermati, iniziano a correre a tutta velocità. Ma i Carabinieri di Tivoli sono già sulle loro tracce. L'inseguimento è da brividi: i rom infatti, a bordo di un'Alfa 156, risultata rubata due giorni prima, cercano di avviarsi verso la via Tiburtina per raggiungere il campo rom dell'Albuccione dalle parti di Guidonia.

L'INCIDENTE
I militari, però, li seguono incollati a «francobollo». Le vetture quasi si toccano, il rischio di essere «catturati» è elevato. E i rom, nel tentativo disperato di seminare l'auto dei carabinieri, iniziano a tirargli contro tutti gli oggetti presenti in macchina: dai due piedi di porco utilizzati per forzare la saracinesca di ingresso del negozio. Fino alla slot machine, che schizza dal portabagagli della 156 come un vero e proprio proiettile. Il lancio degli oggetti, però, non arresta i carabinieri di Tivoli, che proseguono l'inseguimento, che si conclude poco dopo all'interno di un'abitazione privata. Nel tentativo estremo di far perdere le proprie tracce, infatti, Hadzovic si infila in una via laterale ma, dopo aver letteralmente abbattuto il cancello di ingresso di un terreno, va a sbattere contro le mura di una casa, dove vive una famiglia che in quel momento sta dormendo. La manovra azzardata permette ai suoi complici di dileguarsi nelle campagne. Mentre l'uomo, ferito dopo l'esplosione dell'airbag, viene immediatamente arrestato dai carabinieri con l'accusa di furto e resistenza a pubblico ufficiale aggravata.

LE RICERCHE
Quando ieri mattina il 33enne si è ritrovato a Piazzale Clodio, di fronte al giudice monocratico ha provato a scusarsi del suo comportamento, dimostrandosi collaborativo: «Sono dispiaciuto. Ho quattro figli. Volevo fare un regalo a mia figlia malata». Il giudice, lo ha condannato a quattro anni e due mesi di carcere, oltre ad infliggergli una multa di 600 euro. Proseguono le indagini degli inquirenti per individuare gli altri complici.

 
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