Roma, palpeggiò una paziente, condanna a 3 anni all'infermiere: era recidivo

Palpeggiò una paziente, condanna a 3 anni all'infermiere: era recidivo
di Adelaide Pierucci
3 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Luglio 2018, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 08:40
Aveva già preparato una scusa nel caso i colleghi gli avessero chiesto cosa facesse con le mani sotto gli slip di una paziente giunta da poco in pronto soccorso svenuta: «Monitoravo se avesse bisogno di urinare». Una giustificazione piuttosto surreale. Almeno così potrebbero averla interpretata i giudici della II sezione penale del tribunale di Roma che ieri hanno condannato a tre anni di carcere con l'accusa di violenza sessuale Armando Renzitelli un infermiere del Fatebenefratelli che nel luglio 2014 era stato denunciato da una paziente, una ventitrenne americana, sposata con un italiano, svegliatasi di soprassalto in una medicheria con i pantaloni abbassati e delle mani addosso con fare quantomeno molesto. Finita in ospedale per una birra di troppo, e incapace di esprimersi in italiano, la giovane si sarebbe trovata in balia dell'infermiere, senza sapere come reagire. Tanto che la sua unica e immediata iniziativa non è stata recepita appieno dai parenti, che l'attendevano in sala d'attesa. Aveva mandato un sms, in inglese, alla suocera avvertendola che un infermiere l'aveva toccata.

LA DENUNCIA
«L'infermiere mi ha appena toccata. Aiutatemi, vi prego». La denuncia, presentata qualche giorno dopo, ha spianato la strada alla giustizia. L'infermiere è stato arrestato dai carabinieri su misura cautelare, sospeso dal servizio e poi spedito a processo. Mentre Alexandria, la vittima si è sentita per lo meno sollevata per aver agito nell'interesse delle donne. L'infermiere, ha scoperto poi, già qualche anno prima era finito sotto inchiesta per aver palpeggiato una paziente, ma in quel caso era stato subito prosciolto. Assistita dall'avvocato Stefano Zoccano, nella stessa sentenza che ha condannato l'infermiere molesto, ha ottenuto anche un risarcimento di 30.000 euro per l'abuso subito. Ricevuta la denuncia non è stato difficile per gli investigatori risalire ai nomi degli infermieri di turno per poi procedere alla identificazione fotografica del sospettato.

L'uomo, ora quarantenne, era stato candidato alla Camera per Forza Nuova e sul profilo facebook si mostrava in un videomessaggio per rivendicare i suoi pilastri: «Ho a cuore le nostre radici cristiane, l'amore per la patria e la salvaguardia della famiglia. Sono un infermiere e non un politico come tutti quelli che fino ad oggi hanno rubato e continuano a rubare dalle nostre tasche». In un primo momento la direzione dell'ospedale aveva lanciato un invito alla stampa: «Non creiamo il mostro per rispetto della serenità di dipendenti e pazienti». Poi si è costituita parte civile spuntando un risarcimento di 36.000 euro a compenso dei danni all'immagine subìti. «Ero chiusa in una stanza con un braccio legato per gli esami in corso», aveva raccontato la giovane al pm Silvia Santucci, titolare dell'indagine, «Mi sono svegliata all'improvviso. I parenti non hanno capito subito la gravità. Quando mia cognata ha provato ad entrare un medico l'ha bloccata». «L'infermiere», ha aggiunto ancora «è tornato ancora nella stanza mi ha tolto gli aghi a malo modo, facendomi anche sanguinare, e poi m'ha sollevata dal letto e spinta fuori».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA