Rifiuti, l’invasione degli abusivi: i comuni vicini scaricano a Roma

Rifiuti, l’invasione degli abusivi: i comuni vicini scaricano a Roma
di Mauro Evangelisti
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Sabato 20 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 14:03
Troppa spazzatura abusiva dai comuni vicini, nuovi mezzi in arrivo ma soprattutto nel 2019, melina sul bilancio e sui dipendenti necessari a sostenere il peso del nuovo porta a porta. E due dati che devono far tremar i polsi: la differenziata nel 2018 è cresciuta in percentuale di solo l’1 per cento e l’indifferenziato in numeri assoluti è drammaticamente aumentato (visto che è cresciuta del 2,7 la produzione complessiva di spazzatura). Massimo Bagatti, direttore esecutivo dell’Ama, contrattacca tirando in ballo, di fatto, la Regione: «Roma è l’unica città italiana che non ha destinazione certa dell’indifferenziato a una tariffa regolata. Se questa condizione l’avessimo anche noi Roma sarebbe pulita ovunque. E questa condizione potremmo averla già utilizzando gli impianti che ci sono in regione». Ultimo nodo: Ama ha una flotta inadeguata e superata, «perché per anni non è stata rinnovata: nel 2018 abbiamo ricevuto 31 nuovi mezzi per la raccolta a cassone ribaltabile. La partita complessiva è di 90. Ne sono stati noleggiati 20 più grandi da 7,5 tonnellate. Nel 2019 arriveranno 60 mezzi pesanti. Infine è previsto l’acquisto di altri 180 camion Crc, di cui 75 ibridi, e la gara per altri 279 mezzi e 60 camion piccoli per le vie strette».

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Ripartiamo dall’invasione: dai comuni limitrofi chi non fa la differenziata porta i sacchetti di spazzatura sulle consolari della Capitale. Bagatti: «Ci sono anche ditte e aziende di città vicine che dovrebbero smaltire seguendo la legge sui rifiuti speciali che utilizzano il nostro territorio per abbandonare gli scarti. Tutti i giorni arriva a Roma un quantitativo di rifiuti abusivi corrispondente a una città di 250mila abitanti». Quanti uomini ha sguinzagliato l’Ama sul territorio per fermare gli abusi? 40 («ma abbiamo fatto un accordo con l’Associazione dei carabinieri in congedo che ci aiuterà nella vigilanza»). Parte da questa denuncia la difesa di Ama, durante la riunione della commissione ambiente di Roma Capitale chiesta dall’opposizione sul nuovo piano industriale e sulla mancata approvazione del bilancio 2017. Non va benissimo: Lorenzo Bagnacani, presidente dell’Ama, non si è presentato («è già la seconda volta che non accoglie l’invito», sottolinea Valeria Baglio, Pd), l’assessore alla Sostenibilità ambientale, Pinuccia Montanari, e il presidente della commissione, Daniele Diaco (M5S) dicono che sul bilancio non possono parlare e che valgono le parole della sindaca sul fatto che l’approvazione sarebbe imminente. Nessuno spiega le ragioni della paralisi, visto che il Cda ha varato il bilancio ormai da quasi otto mesi. Andrea De Priamo, FdI, tenta di chiedere quanto meno dati precisi su differenziata e mezzi, solo alla fine Bagatti fornisce i numeri. E non sono buoni, anche se Pietro Calabrese (M5S) invita a dare conto del grande sforzo dell’azienda nella riorganizzazione del sistema «altrimenti i cittadini perdono fiducia». La differenziata nel 2017 è arrivata (dato certificato dal bilancio) al 44,31. Bagatti spiega che a settembre 2018 siamo al 45,3, solo l’1 per cento in più. Ama però punta molto sul nuovo sistema dell’und (utenze non domestiche come bar, ristoranti, negozi): «Abbiamo affidato tramite bando ad alcune società private con contratti di 18 e 36 mesi per 130 milioni di euro la raccolta delle utenze non domestiche, che passano da 25mila a 85mila». Secondo il direttore progetti strategici Ama, Franco Carcassi, «così la differenziata aumenterà del 10 per cento».
 
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