L'AIUTO
Ad indagare fino a mettere le manette ai polsi al violentatore sono stati i poliziotti dell'areoporto di Fiumicino. Una delle donne violentate, infatti, si è rivolta, mesi fa, proprio agli agenti dello scalo romano. «Ho tanta paura. Non so se sto facendo la cosa giusta», così si è rivolta la vittima agli agenti. A spingerla ad andare alla polizia una sua collega di lavoro che si è resa conto che il maniaco non l'avrebbe mai lasciata andare senza l'intervento degli agenti. Così la donna ha raccontato nei particolari il comportamento del maniaco ma è stato necessario anche raccogliere le prove per inchiodare il violentatore seriale. Gli agenti hanno iniziato a pedinarlo filmando i suoi spostamenti. Non solo: hanno lavorato nelle memorie di Internet recuperando molto materiale pornografico con il quale lo straniero minacciava le vittime fino a riuscire a violentarle. Gli investigatori hanno rintracciato altre due donne che, in lacrime, hanno confermato il racconto della prima vittima. «Mi ha fatto credere che si era innamorato di me - questo il racconto di una donna alla polizia -. Mi portava a cena. Era premuroso. Ero convinta che mi amasse. Aveva quelle accortezze tipiche di un uomo innamorato. Poi, invece, ho scoperto che aveva piazzato una telecamera che riprendeva ogni momento intimo. Mi ricattava. Ho avuto improvvisamente il terrore di questa persona che mi ha costretta a fare sesso».