Nuove rendite catastali per 200 mila proprietari: in arrivo stangata da 225 euro

Nuove rendite catastali per 200 mila proprietari: in arrivo stangata da 225 euro
di Fabio Rossi
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Venerdì 31 Gennaio 2014, 09:48
Il Comune chiede aiuto al commissario straordinario, per tentare di far quadrare un bilancio difficilissimo.

La soluzione per compensare gli extra costi che Roma sostiene per il suo ruolo di Capitale - dai cortei nazionali alla presenza di ambasciate, palazzi del potere e Vaticano, con tutto ciò che ne consegue, dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza - potrebbe arrivare da quel 4 per mille di addizionale Irpef che, da quattro anni a questa parte, viene versato dai cittadini romani alla gestione commissariale del debito: ossia i soldi che servono per ripagare (a rate) il passivo accumulato prima del 2008 nei conti dell’amministrazione capitolina. È questa la proposta che Ignazio Marino avanza al governo, alternativa al contributo statale di 200 milioni di euro per gli extra costi che, a quanto pare, Palazzo Chigi non sembra orientato a concedere al Comune di Roma. Anche perché, secondo le stime di Palazzo Senatorio, da quel 4 per mille in più arriverebbe un extra gettito che si aggirerebbe proprio intorno ai 200 milioni.



LA STANGATA PREGRESSA

Procediamo con ordine: dopo l’istituzione (a fine 2008) del commissario straordinario per la gestione del debito pregresso, che ha evitato il fallimento del Campidoglio, i romani pagano un’addizionale comunale all’Irpef del 9 per mille: un record nazionale assoluto, visto che il limite massimo per gli altri Comuni italiani è fissato all’8 per mille. Dell’addizionale comunale romana, però, poco più della metà (il 5 per mille) approda nelle casse dell’amministrazione, che la può utilizzare per il proprio bilancio corrente. Il resto - il 4 per mille, appunto - finisce alla gestione commissariale: una sorta di mutuo a carico dei romani per pagare, in alcuni decenni, i debiti accumulati in passato. Vista la drammatica situazione dei conti capitolini, che mette a rischio anche i servizi pubblici, si è pensato di chiedere una deroga al governo. Il primo a ipotizzare questa soluzione è stato Alfredo Ferrari, presidente della commissione bilancio: «L’addizionale Irpef vada interamente al Comune, almeno fino a quando non sarà stato recuperato lo squilibrio strutturale di questi anni», spiega Ferrari. Un’idea che Marino ha deciso di perorare, anche in mancanza di serie alternative: è infatti saltata anche la possibilità (inserita nella prima stesura del decreto Salva Roma) di aumentare ulteriormente l’addizionale al 12 per mille. Un’ipotesi che, comunque, il sindaco aveva più volte giurato di non voler prendere in considerazione.



IL REBUS DEI TRASPORTI

L’altro nodo fondamentale del bilancio è quello dei fondi per il trasporto pubblico locale. Il Campidoglio vorrebbe 300 milioni, per non tagliare drasticamente il servizio dell’Atac, ma deve trattare su un doppio tavolo: governo e Regione. Ieri l’assessore capitolino alla mobilità, Guido Improta, è stato al ministero delle Infrastrutture, per un incontro al quale hanno partecipato anche i rappresentanti del ministero dell’Economia, delle Regioni e dell’Anci. Ma la strada per ottenere i fondi richiesti è tutta in salita: «Si è riproposto il tema del collasso del trasporto pubblico locale in particolare nei centri urbani e nelle aree metropolitane - commenta Improta - L’incontro è stato ancora interlocutorio e riaggiornato al 5 febbraio, perché si tratta di una questione che ha delle compatibilità economiche che in questo momento non sono semplici».
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