Mafia Capitale, Odevaine pressava il prefetto: voleva un altro Cara a Roma

Mafia Capitale, Odevaine pressava il prefetto: voleva un altro Cara a Roma
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Martedì 9 Dicembre 2014, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 17:06
«È un'idiota...si affida molto a me perchè non sa dove sbattere le corna...questo diciamo...è il quadro». È l'11 marzo di quest'anno e Luca Odevaine - intercettato dal Ros - parla con una sua collaboratrice del prefetto Rosetta Scotto Lavina, Direttore centrale dei servizi civili per l'Immigrazione e l'asilo, al Viminale. Odevaine, arrestato per associazione mafiosa nell'inchiesta Mafia Capitale, si muove al ministero degli Interni e in prefettura a Roma - secondo gli investigatori - per far ottenere il massimo vantaggio possibile nel business degli immigrati alle coop di Salvatore Buzzi.






Il gruppo, che ha perso a causa del Tar l'appalto per il Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto (Roma) - per Buzzi «un affare da 20 milioni» -, vorrebbe aprire un altro Cara da 400 posti nello stesso luogo, come documentano le indagini. Odevaine, rappresentante dell'Unione delle Province (Upi) al Tavolo nazionale per l'immigrazione del Viminale spinge per far assegnare più immigrati possibile alle strutture del consorzio Eriches 29, di cui Massimo Carminati è di fatto socio occulto.



«...Cioè io mi sono offerto di segnalarle delle strutture...
pronte, immediatamente disponibili - dice Odevaine parlando del prefetto Scotto Lavina -...eventualmente se c'ha...se è in difficoltà...di cui...alcune...sono di Eriches». Odevaine, ex capo di gabinetto del sindaco di Roma Walter Veltroni, poi con Nicola Zingaretti alla Provincia, rivendica di continuo i suoi contatti ad alto livello, per i quali Buzzi lo paga 5 mila euro al mese da anni, secondo l'accusa. In un'altra intercettazione, Odevaine sostiene di essere riuscito a far passare da 250 a 2500 la quota di rifugiati della città di Roma. Ed esulta quando il prefetto Mario Morcone viene nominato capo del Dipartimento Immigrazione al Viminale.
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