Roma, studentessa ricoverata per meningite: le famiglie della zona non mandano i ragazzi nella scuola contagiata

Roma, studentessa ricoverata per meningite: le famiglie della zona non mandano i ragazzi nella scuola contagiata
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 27 Gennaio 2017, 07:53
«Ci dovete spiegare perché non chiudete la scuola ed estendete la profilassi a tutti». Inizia con toni tutt'altro che concilianti l'assemblea all'istituto tecnico del Labaro, il Blaise Pascal, tra le famiglie e i sanitari dell'Asl Rm1. Dopo che una 15enne, alunna della classe 1N, è stata ricoverata d'urgenza martedì scorso all'ospedale Sant'Andrea e poi trasferita di notte al Bambino Gesù per un caso di meningite da meningococco C, la preoccupazione e la paura tengono banco. La scuola resta pressoché vuota, gli studenti disertano le lezioni. Ieri in classe, su circa 600 alunni, ne sono entrati appena la metà. Anche perché secondo le ricostruzioni fornite da diverse famiglie - alcune delle quali hanno anche allertato i Carabinieri di Prima Porta -, la comunicazione da parte della presidenza non è stata così tempestiva.

LA PRESIDE
Di tutt'altro tenore la posizione della dirigenza scolastica: «Doveva essere l'Asl di riferimento - spiega il preside Giovanni Rivera - a contattare le famiglie. Noi abbiamo comunicato la profilassi da seguire e le disposizioni che i medici ci hanno fornito attraverso diverse note pubblicate sul portale internet della scuola». E così è andata: mercoledì scorso, acclarato il caso di meningite di tipo C, il personale dell'Asl si è recato all'istituto facendosi dare dal vicepreside Alberto Anglana e dalla collaboratrice Annamaria Bellomo i recapiti degli alunni della classe 1N e dei professori per procedere poi alle chiamate. Ma questo non è bastato e ieri, nella speranza di far rientrare l'emergenza, il preside ha chiesto all'Asl Rm1 di mandare i propri medici per incontrare genitori e alunni. Durante l'assemblea, i sanitari hanno ricordato la profilassi da seguire: l'assunzione obbligatoria di 500 mg di ciprofloxacina per tutti i compagni di classe della ragazza, (17 maschi e 6 femmine) e per i 12 docenti che vi insegnano, riservando alle altre famiglie la libertà di scelta.

CHIUSURA INUTILE
Inoltre sempre i medici hanno ripetuto l'inutilità di dover sospendere la didattica poiché non è prevista, dalla vigente normativa sanitaria, la chiusura della scuola nei casi di meningite in quanto si tratterebbe di un provvedimento non efficace. Intanto migliorano le condizioni della giovane studentessa. «Quando è arrivata da noi - spiega il direttore generale del Sant'Andrea, Lorenzo Sommella - le sue condizioni erano molto serie». Immediato, dunque, il trasferimento all'ospedale pediatrico Bambino Gesù dove la ragazza è rimasta in terapia intensiva per più di un giorno. Solo nel pomeriggio di ieri i sanitari, considerati i miglioramenti, hanno disposto il trasferimento nel reparto di Malattie Infettive.