Da Fiumicino fino a Lunghezza
ecco dove il Tevere fa più paura

Da Fiumicino fino a Lunghezza ecco dove il Tevere fa più paura
di Laura Bogliolo
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Lunedì 3 Febbraio 2014, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 08:26
L’aspetto pi spettacolare della piena del Tevere sono gli archi dell’antico Ponte Mollo che vengono pian piano inghiottiti dall’acqua torbida del fiume.

In realtà gli allagamenti a Ponte Milvio sono solo un segnale dei disastri ben più ampi che il Tevere può provocare. Dietro allagamenti e strade trasformate in fiumiciattoli che mangiano l’asfalto c’è la vita a volta poco conosciuta dei cosiddetti «fossi minori». Fiumiciattoli, marrane e corsi che confluiscono nel Tevere scavando percorsi prepotenti tra case e vallate.



GLI ESPERTI

Gli specialisti parlano di possibili pericoli ovunque se in zona c’è una fossa minore. Il tragitto della piena è molto semplice da tracciare: si parte dall’Umbria, dai fiumi Paglia e Nera che poi confluiscono nel Tevere. Se la massa d’acqua gonfia il fiume di Roma, i fossi minori non riusciranno a confluire e troveranno prepotentemente altre strade. È successo con il fosso di Prima Porta, ma può succedere anche in altre zone di Roma. Tra le altre aree a rischio c’è Castelnuovo di Porto, Ostia Antica, Acilia, Piana del Sole a Fiumicino, ma anche alla Magliana. Spostandosi a est c’è il fosso dell’Osa, a Lunghezza, e poi il fosso di via dell’Acquatraversa. La piena del Tevere solitamente dove essere passata nel cuore della Capitale si sposta alla foce del fiume, in particolare a Fiumicino, sul litorale a nord della Capitale, a Isola Sacra, dove ieri è scattata l’emergenza. Si parla poi dei canali di bonifica del Tevere a ovest di Roma e di altre criticità a Monterotondo e Rignano Flaminio.



IL LIVELLO DI GUARDIA

I fossi minori interessano tutta la città, da nord a sud. Il termometro del Tevere è da sempre l’idrometro di Ripetta. Superati i 13 metri si parla di «piena ordinaria», ma in realtà siamo già in una situazione di allarme, con possibili allagamenti nelle zone della città che costeggiano i cosiddetti fossi minori. Capita così che se a Ripetta l’idrometro misura 13, più a nord il vello è ancora più alto, di almeno un metro. Zone a rischio ben segnalate, conosciute che dovrebbero far scattare piani di emergenza secondo regole ben fissate. Ma c’è qualcosa che non va se a Prima Porta, ad esempio, sono stati i volontari a spalare il fango dalle case.



I numeri che le diverse istituzioni continuano a dare parlano invece di oltre 120 organizzazioni di volontariato di Protezione civile, per oltre 700 operatori: uomini che operano nella capitale in particolare nelle località della Giustiniana, Prima Porta e Piana del Sole, ad Ostia e a Fiumicino dove la situazione continua ad essere molto difficile. In azione anche i mezzi tecnici che cercano di attutire la piena del Tevere e dei fossi minori. Dalle 2,30 del mattino di venerdì 31 gennaio, da quando è iniziata l'emergenza maltempo, la stazione di pompaggio del Consorzio di Bonifica a Isola Sacra sta pompando ininterrottamente 2700 litri al secondo, pari a quasi tre metri cubi d'acqua al secondo, da Isola Sacra sotto a via della Fiumara e in Darsena, portando dunque l'acqua verso il mare.



Problemi invece con le idrovore di Prima Porta: sembra che per i continui furti di rame non abbiano funzionato e quindi abbiamo provocato l’emergenza allagamenti che ha travolto un’intero quartiere di Roma.

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