Mafia Capitale, Regione Lazio: nel mirino dei pm l'appalto da un miliardo

Mafia Capitale, Regione Lazio: nel mirino dei pm l'appalto da un miliardo
di Valentina Errante
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Giovedì 11 Giugno 2015, 05:47 - Ultimo aggiornamento: 08:24
Una gara da un miliardo e 200 milioni di euro e un bando, modificato a sei giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea. Ad aprile 2014 è la prima volta che Maurizio Venafro, capo di Gabinetto del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, interviene sul direttore generale della centrale acquisti Elisabetta Longo per cambiare i componenti della commissione, ma anche i requisiti del bando. Pochi mesi dopo lo farà di nuovo, per sostituire un componente della commissione che avrebbe deciso sull'assegnazione del Cup (Centro prenotazione unica della sanità) per il Lazio, all'esito di un accordo con Luca Gramazio. In quell'occasione la nomina di Angelo Scozzafava, uomo di Carminati e Buzzi, garantirà un lotto alla cupola. Ieri Venafro, che ha lasciato il suo incarico a marzo dopo avere appreso di essere indagato per tentata turbativa d'asta, è stato interrogato per circa due ore in procura.

IL VERBALE

Il verbale è stato secretato, ma è sulla gara Multiservizi che puntano le indagini del procuratore aggiunto Prestipino e dei pm Cascini, Ielo e Tescaroli. Il sospetto è che anche in quell'occasione le modifiche servissero a favorire qualcuno. E' Buzzi a dire: «Persone che escono, tutte le cose della Regione che so e potevamo fa' pure la gara dell'energia, so' un miliardo e mezzo, non so se hai capito». E' il 5 maggio e i termini per la partecipare al maxi appalto scadranno a giugno. A suscitare sospetti anche altre conversazioni dalle quali emergerebbe la capacità dell'organizzazione di avvicinare i vertici dell'amministrazione. «Voglio di', se c'è Venafro là, ce posso sta pur'io, però, al di là di chi c'andrà, noi ce ne abbiamo bisogno come il pane, di uno che sta là, sveglio, perché noi abbiamo bisogno di allargare la platea, ecco, allargare la platea», dice Fabrizio Testa, considerato uomo del clan. Ma poi le parole di Buzzi: «Guarda, mo' te spiego per l'ultima volta le cose, per Zingaretti, per Marroni e Coratti è tutto alla luce del sole, non c'è il minimo problema per Zingaretti!». La base d'asta per la gara comunitaria per affidamento del Multiservizio tecnologico e la fornitura dei vettori energetici a tutti immobili delle asl del Lazio aveva una base d'asta di un miliardo e 277milioni di euro. Il bando, che prevedeva la divisione in sette lotti, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea il 9 aprile 2014, su quella Ufficiale italiana il 14. Il 15 aprile, però, viene modificato, le ”revisioni” riguardano il disciplinare di gara e i requisiti di fatturato. Ma anche la composizione della commissione. La determinazione di rettifica viene firmata dalla Longo.

Elisabetta Longo ha tentato di negare che l'inserimento di Scozzafava nella commissione per il Cup fosse dovuto a pressioni esterne, i pm, però, avevano in mano tutte le conversazioni dalle quali emerge con chiarezza come Gramazio avesse ottenuto la sostituzione per conto di Buzzi e Carminati: «Lui è andato da Venafro perché sta partita la gestisce Venafro per conto de Zingaretti e gli ha detto che vuole lo spazio, Venafro gli ha detto “ah non lo so se c'è” e lui gli ha detto “guarda io voglio lo spazio” e poi siccome vuole essere sicuro che lo spazio ci sia e non che gli vengono a di' dice “no perché poi hanno sbagliato loro” indica come membro della commissione Scozzafava».



L'AMMISSIONE

E' lo stesso Venafro ad ammettere, la dirigente finisce sul registro degli indagati per false attestazioni ai pm, sviene e poi corregge: «Nel maggio 2014 Venafro, con il quale ho contatti quotidiani, mi consegnò il curriculum di Scozzafava, chiedendomi di tenerlo presente per la composizione di eventuali commissioni di gara. Mi disse che il nominativo era stato indicato dalle opposizioni. Mi pare che fece riferimento a Gramazio». La Longo aggiunge: «Solo in un'altra occasione ho ricevuto un'indicazione da Venafro per la composizione di una commissione. Si trattava della gara per i Multiservizi tecnologico da oltre un miliardo di euro, Venafro era molto preoccupato e disse che bisognava individuare persone estranee all'ambiente sia della Regione che delle Asl, per cui chiamò il dottor Vigilante, capo del Gse, e si fece indicare i nomi di due ingegneri esperti, che nominammo come componenti della commissione».