Rifiuti, una talpa in Procura per informare
i manager corrotti da Cerroni

Rifiuti, una talpa in Procura per informare i manager corrotti da Cerroni
di Cristiana Mangani
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Sabato 11 Gennaio 2014, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 14:43
Arrivavano ovunque gli amici del Supremo, alle informazioni pi riservate e persino alla procura di Velletri. Una rete di rapporti che ha permesso a Luca Fegatelli e a Raniero De Filippis di conoscere lo stato dell’inchiesta, grazie a una talpa interna agli uffici giudiziari. Nelle oltre 400 pagine di provvedimento restrittivo questi collegamenti vengono fuori chiaramente. È Fegatelli a rivolgersi a un sindacalista affinché cerchi di sapere se i pm stiano indagando sugli uffici di via della Pisana.



LE CIMICI

Il sospetto nasce dai racconti di alcuni vigilanti su una visita dei carabinieri avvenuta in piena notte. «Hanno chiuso tutti in una stanza - riferiscono, nonostante il vincolo imposto dal segreto istruttorio - Non sappiamo cosa abbiano fatto». Immediato il pensiero che i militari possano aver collocato delle “cimici”. E infatti, nel momento in cui vengono rinvenuti i dispositivi per le intercettazioni ambientali, Fegatelli si muove per avere informazioni sul procedimento penale pendente a Velletri, e nello stesso tempo impegna i mezzi dell’amministrazione regionale per far «bonificare gli uffici, soprattutto quello suo e di Giovannetti, segretario dell’assessore alle attività produttive». La vicenda è riassunta nell’informativa del Noe dei Carabinieri. Il 21 marzo del 2011 viene ascoltata una conversazione tra Luca Fegatelli e il proprietario della Roma Union Security, società che effettua il servizio di vigilanza negli uffici regionali. «Spiegami come è possibile - chiede Fegatelli - Quale è la finalità, non ho capito?». Dopo un giro di telefonate il vigilante conferma: «Sono state le forze dell'ordine». La bonifica viene fatta a breve.



IL MAGISTRATO

Intanto l’alto dirigente chiama il sindacalista Franco Marcoccia della Uil Lazio e gli chiede se può fare delle verifiche “informali” presso la procura di Velletri per tentare di accertare se è indagato. Per tranquillizzarlo, Marcoccia millanta credito negli uffici giudiziari, poiché - confida - può cercare di sapere tramite un’amica della moglie che è fidanzata con un magistrato di quel Tribunale. Nella conversazione gli rivela anche che sono entrati i carabinieri. Fegatelli sospetta che stiano indagando pure su di lui per la questione dei rifiuti e gli chiede: «Mi verifichi un attimo se mi sta arrivando qualche pilotto da parte di qualcuno?». Marcoccia: «Allora io mò a Velletri ti ci vedo subito, perché se ci sta quel magistrato che è fidanzato con un'amica di mia moglie, ti ci vedo subito, se no te ce vado a vede’ domani...aggia parlà con una persona». Detto fatto. Il giorno successivo Fegatelli riceve un sms da Marcoccia: «Per Velletri - scrive - non c’è al momento nessun procedimento o quant’altro nei tuoi confronti, un abbraccio Franco». È il 30 marzo del 2011, dopo due anni e l’ennesima promozione, ottenuta anche dal governatore Zingaretti, arrivano gli arresti.

La Regione Lazio, ieri, ha deciso di sospendere gli stipendi a De Filippis e a Fegatelli. Non erano bastate le “chiacchiere” che avevano accompagnato in questi anni le loro folgoranti carriere. Responsabile del Dipartimento del territorio della Regione Lazio il primo, attuale direttore dell'Agenzia regionale per i beni confiscati nel Lazio alle organizzazioni criminali, il secondo. Ognuno con una rete di rapporti che - sottolinea il gip nella sua ordinanza di custodia cautelare - «ha permesso di esercitare influenza, e determinare, le linee di condotta dell’amministrazione regionale in senso favorevole alle aziende di Cerroni per tutto quanto concerne la gestione dei rifiuti».
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