Gemelli si buttano dal viadotto, prima del salto l'ultimo saluto alla mamma al cimitero

Gemelli si buttano dal viadotto, prima del salto l'ultimo saluto alla mamma al cimitero
di Elena Ceravolo e Raffaella Troili
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Domenica 27 Maggio 2018, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 20:28

Sono nati e morti insieme. Due gemelli di 55 anni, due uomini soli come solo in certi paesi, in certi nuclei familiari accade. Hanno scelto di farla finita, gettandosi da un cavalcavia, a pochi giorni dalla morte della mamma di 94 anni. Lei era vissuta per loro, e Checco e Bruno Grilli per lei. Hanno chiuso il sipario quando il nido è crollato, andati via di scena quando il senso della loro vita è venuto a mancare.

Un salto nel vuoto, dopo esser passati al cimitero di Gallicano nel Lazio, per salutare quella madre che avevano curato per anni, prima in carrozzina e poi allettata e che il 7 maggio li ha lasciati come una barchetta nell'oceano. Si sono vestiti di tutto punto, come sempre uguali, hanno preso la Renault Clio blu e si sono affiancati su una piazzola sull'autostrada A24. Sono scesi, sono tornati un po' indietro e hanno raggiunto il viadotto, il primo dopo il casello di Tivoli in direzione L'Aquila, all'altezza del chilometro 12.700. E l'hanno fatta finita, un volo di oltre 50 metri, in un punto che ha già visto altri suicidi in passato. Era quasi le tre, quando è scatto l'allarme. Qualcuno ha notato quell'auto ferma e quei due gettarsi di sotto, i corpi erano in mezzo all'erba alta sotto al cavalcavia, vicini, vestiti uguali, la camicia a quadri verde e gialla, la cinta, i pantaloni. E due volti identici, esanimi.

Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno poi raggiunto i corpi, i poliziotti del commissariato di Tivoli e la polizia stradale che si occupa del caso. Nella macchina la polizia non ha trovato biglietti d'addio, come neppure in casa. I due gemelli è probabile che dopo la morte della madre siano caduti in depressione e abbiano maturato la scelta estrema, l'8 maggio c'erano stati i funerali della donna che li aveva accuditi fin quando i ruoli si erano invertiti. A Gallicano, comune alle porte di Roma, li descrivono come due «ragazzoni tanto in gamba», «casa e chiesa», raccontano che il padre, alcolista, è morto che erano piccoli e che la mamma Carmela li ha cresciuti con particolare amore.

Erano molto legati. Vivevano con lei e per lei. Anche il fattore economico può aver influito a gettarli nella disperazione visto che vivevano della pensione della madre. Gli investigatori hanno sentito alcuni parenti, una cugina ha detto loro che gli aveva proposto di andare a lavorare da lei. Uno dei due aveva problemi alle gambe per il diabete, andava e veniva dal pronto soccorso, avevano provato ogni tanto a stare divisi ma non c'erano mai riusciti. Di loro si sa che avevano amici a Palestrina, che stavano sempre insieme, che per un periodo avevano lavorato come tornitori in un'officina a Colleferro. E che due nipoti, i figli del fratellastro, si erano uccisi poco tempo fa: uno, Claudio, gettandosi sotto un treno, il fratello poco dopo impiccandosi per il dolore.

IL VICINO: «LI HO VISTI USCIRE»
Dove andava l'uno andava l'altro. E così è stato. Un vicino li ha visti confabulare ieri mattina sotto casa in via Nenni vicino alla macchina, erano le 12,40. Più d'uno li ha incontrati e li ha salutati normalmente, una persona li ha visti al cimitero, verso le 13,40. Un ultimo saluto alla donna della loro vita. Non erano più sorridenti, educati, scherzosi come li ricordavano. La morte della madre li aveva affondati. Un tragico episodio che avviene a pochi giorni di distanza da un'altra tragedia simile, quella di Francavilla. Meno di una settimana fa il 49enne Fausto Filippone ha lanciato la figlia da un viadotto della A14 e dopo 7 ore di estenuanti trattative ha sganciato le mani dalla rete e si è lanciato nel vuoto. Anche lui, non si era più ripreso dalla morte della madre.
 

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