Roma, epatite A, è allarme negli ospedali: casi raddoppiati, via a piano vaccini

Roma, epatite A, è allarme negli ospedali: casi raddoppiati, via a piano vaccini
di Mauro Evangelisti
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Sabato 4 Febbraio 2017, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 08:16
«Negli ultimi mesi del 2016 il Sistema di Sorveglianza delle malattie infettive del Lazio ha messo in evidenza un aumento dei casi di epatite A, in particolare in una piccola comunità infantile e tra uomini di una età compresa tra i 20 e 45 anni». Da questa constatazione parte una campagna di straordinaria di vaccinazione della Regione Lazio che punta a raggiungere soprattutto le categorie più a rischio. Dalla Regione però invitano a non fare allarmismo, per quanto la percentuale d'incremento dei casi di epatite A, attorno al 50 per cento, possa apparire molto alta.

LE CAUSE
Prima di tutto è giusto comprendere cos'è l'epatite A e come si sta diffondendo. Spiegano dall'assessorato regionale alla Sanità: «Stiamo parlando di un'infezione virale usualmente non grave, tuttavia il decorso può essere abbastanza lungo, circa un mese. Quindi rappresenta una patologia con elevati costi sociali, perché determina una prolungata assenza dal lavoro ed, quando necessario, ricoveri in ospedale, anche per un mese. Non serve quindi un esperto di contabilità per immaginare quanto l'incremento di questi casi di infezione stia portando nello stesso tempo a un aumento delle spese per il sistema sanitario regionale, per la previdenza sociale e il mondo produttivo e del lavoro». Ma come si trasmette? Dall'Istituto nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma: «Nei Paesi occidentali le infezione da epatite A si verificano usualmente come epidemie di piccole e medie dimensioni spesso associate all'ingestione di cibi contaminati o a pratiche sessuali. Si tratta di una malattia che sono nell'1 per cento ha un andamento grave, ma che può avere costi sociali elevati ed un significativo impatto sul benessere della persona. La prevenzione? Basta una semplice vaccinazione».

Ecco, da questa constatazione parte la campagna di informazione e vaccinazione che punta ad affrontare il picco di casi di epatite A di questi giorni e a convincere a vaccinarsi coloro che sono a rischio.

PROGETTO
In pratica, spiega il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (che è anche commissario per la sanità) «quella che partirà nei prossimo giorno sarà la più grande campagna di screening e vaccinazione sull'epatite A e sulle altre forme di epatite mai portata avanti nel Lazio. Un progetto sperimentale che consentirà di fare un lavoro di prevenzione e quindi, in prospettiva, di risparmiare risorse per il sistema sanitario e sociale». Nei volantini sarà spiegato che la pratica migliore per prevenire l'epatite A è «lavarsi bene le mani dopo essere andati alla toilette»; dopo avere verificato, grazie allo screening che non si hanno gli anticorpi, c'è la possibilità di vaccinarsi, «consiste nella somministrazione di, con iniezione, di due dosi a distanza di almeno sei mesi, la protezione dura così per tutta la vita».

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