Quando la curva Nord espose lo striscione antisemita

di Davide Desario
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Martedì 24 Ottobre 2017, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 14:58
Ripubblicchiamo la rubrica Senza Rete del 13 novembre 2012, quantomai attuale alla luce del caso degli adesivi antisemiti di Anna Frank

Lo striscione è apparso domenica in Curva Nord durante il derby Lazio-Roma. Alcuni sostenitori biancazzurri hanno esposto la scritta «C'è chi tifa Lazio e kippah Roma»: un gioco di parole di pessimo gusto che mischia il dialetto e il nome del tipico copricapo ebraico. In tanti al termine della partita hanno condannato l'episodio su Twitter e Facebook. Daniele Billy Regard scrive: «L'ennesimo gesto di antisemitismo in uno stadio italiano. Una sola richiesta alla Figc: sospendete la partita. Non ci bastano le multe e le squalifiche».

Quello striscione è stato ripreso dalle telecamere, immortalato dai fotografi. Non può essere sfuggito a forze dell'ordine e Federcalcio. Eppure al momento non risulta alcun provvedimento. Ma a questo punto viene da chiedersi: dare eco a striscioni che danno degli ebrei ai tifosi avversari non equivale ad avallare la tesi antisemita? Non si rischia di dare risalto ad un manipolo di razzisti rischiando, come avvenuto per Militia, anche l'emulazione?

Chiara Lupo non la pensa così: «Vanno arginati perché l'uomo della strada potrebbe prendere esempi sbagliati, mi pare che a forza di usare la parola frocio come dispregiativo c'è parecchia gente che si prende il lusso di mandare all'ospedale le coppie gay che incontra per strada. Le parole creano la realtà, sdoganano atteggiamenti che solo una democrazia forte può gestire, e in questo momento non siamo forti come tutti vorremmo». Qual è dunque la giusta reazione?

davide.desario@ilmessaggero.it
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