Roma, clonavano bancomat negli sportelli del centro storico: arrestati 6 romeni

Roma, clonavano bancomat negli sportelli del centro storico: arrestati 6 romeni
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Sabato 24 Dicembre 2016, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 10:02

Sei persone, tutte di nazionalità romena, sono state arrestate dai Carabinieri di Roma dopo essere state sorprese a manomettere gli sportelli bancomat nelle vie del Centro Storico, presi 'd'assaltò in questi giorni di shopping natalizio. L'operazione è scattata nell'ambito del piano di controllo straordinario «Natale Sicuro» predisposto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma. Nello specifico, i militari della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina hanno arrestato 3 persone in esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, per i reati di associazione per delinquere, finalizzata alla clonazione di carte di credito. Altri 3 appartenenti all'organizzazione sono già reclusi perché arrestati nei giorni scorsi in flagranza di reato. La banda installava «skimmer» sugli sportelli bancomat più frequentati del centro storico capitolino (Via del Corso, Corso Vittorio Emanuele II, Largo di Torre Argentina e San Pietro) per carpire i codici delle carte, che venivano poi clonate. 


Le attività investigative, condotte dalla Stazione Carabinieri Roma-San Lorenzo in Lucina, hanno consentito di sequestrare apparecchiature «Skimmer Device», composte da micro-telecamere nascoste all'interno di apposite cover e poi applicate sulla struttura originale dello sportello Bancomat (in grado di filmare i codici PIN digitati), e da lettori di banda magnetica (skimmer) posizionati nelle feritoie di introduzione delle carte di pagamento (in grado di leggere e copiare le numerazioni PAN impresse sulle bande magnetiche dei supporti magnetici stessi). Dopo essersi impossessati dei codici PIN e PAN, mediante l'uso di sofisticati software e apparecchiature, li riversavano su supporti magnetici «vergini» con i quali effettuavano prelievi di denaro contante, utilizzando i PIN degli ignari cittadini, per svariate migliaia di euro presso altri sportelli ATM. Talvolta i dati rubati venivano inviati, tramite social network come Facebook e Telegram, in altri Paesi Extraeuropei dove complici, in fase di identificazione, effettuavano poi i prelievi di denaro contante.

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