Roma, clochard investito sulle strisce: i residenti vanno a trovarlo in ospedale e gli pagano l'avvocato

Roma, clochard investito sulle strisce: i residenti vanno a trovarlo in ospedale e gli pagano l'avvocato
di Marco De Risi
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Giovedì 13 Dicembre 2018, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 15:06
Una storia di solidarietà che supera steccati e luoghi comuni. Lui si chiama Wieslaw, polacco, 57 anni, da anni a Roma senza fissa dimora. Wieslaw si è trasformato in Vincenzo per i tanti frequentatori romani di un tratto di via Val Solda, a Montesacro, lungo la pista ciclabile che costeggia l’Aniene. Così chi usa la bicicletta, chi cammina e chi porta spasso i cani, conosce bene Vincenzo che si ripara con dei cartoni su una panchina insieme ad un altro fissa dimora. Un anno fa, Vincenzo sparisce, passano i giorni, ma di lui non si hanno più notizie.

Ecco che gli amici romani del polacco si mettono in moto. Vengono a sapere che Vincenzo è stato investito sulle strisce su via di Pietralata all’altezza della chiesa. L’investitore si è fermato, ed stato è tra i primi a chiamare i soccorsi. Il ”clochard” viene ricoverato al Pertini con la frattura di una clavicola e di alcune costole. Gli amici romani lo vanno a trovare all’ospedale e gli portano dei vestiti e da mangiare. Non solo: la vicinanza di qualche residente diventa fondamentale per fare rimborsare, del danno subito, il ”clochard”. Fra gli amici dell’uomo che vive all’addiaccio c’è anche un avvocato, Donato Mondelli: l’iter da percorrere per far ottenere il rimborso in denaro comprende anche ottenere un documento d’identità. Ecco che i residenti vanno all’ambasciata della Polonia e riescono, dopo una serie di lentezze burocratiche, a fare avere a Vincenzo il suo passaporto polacco nuovo di zecca. Pochi giorni fa, con quel documento ha potuto sostenere la visita medica dell’assicurazione. Così gli vengono liquidati 3000 euro che per lui, abituato a vivere fra le panchine ed i cespugli, sono oro.

”Vincenzo ed il suo amico - racconta Carlo Bagnolo, uno dei residenti - ormai fanno parte di noi, della nostra comunità. L’ho ritrovato in ospedale con i vestiti sporchi e tremante. Ovviamente non abbiamo lottato per mesi solo per fare avere a Vincenzo i soldi che gli spettavano. Ma perchè ci è sembrato giusto regalargli la possibilità di fare quello che è previsto dalla legge per ogni individuo”. 
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